«Ha pagato per tutti l’assessore Lasala, revocato d’imperio dal sindaco come capro espiatorio di una vicenda dai contorni nebulosi, ma il pasticcio della mancata compravendita del Palazzo della Cantina della Sfida ha responsabilità diffuse e condivise che non vanno lasciate in secondo piano». A tornare sulla revoca dell’assessorato a Michele Lasala è la segreteria cittadina del Partito Democratico di Barletta. «A detta dello stesso Lasala e di ben cinque consiglieri di maggioranza, il sindaco sapeva che un assessore della sua giunta era in procinto di acquisire tramite una società privata lo storico immobile trecentesco ma in consiglio comunale ha preferito omettere questo particolare nel tentativo malamente naufragato di non alimentare polemiche e sospetti sulla decisione del Comune di non esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto del palazzo. Siamo convinti che il primo cittadino non abbia voluto favorire alcun interesse privato ma la gestione di tutta la vicenda è stata pessima e lo dimostrano gli strascichi giudiziari che purtroppo sta producendo».

C’è poi una questione di metodo che, secondo i firmatari della nota, «va analizzata e fortemente criticata: com’è possibile che il destino del patrimonio storico della nostra comunità venga deciso da otto persone chiuse in una stanza – il sindaco e i suoi assessori – senza alcuna condivisione con i consiglieri di maggioranza ed opposizione, lasciati all’oscuro di tutto, e neppure l’apertura di un dibattito pubblico in città? Noi non siamo favorevoli all’acquisto del Palazzo della Cantina della Sfida a scatola chiusa, che sia ben chiaro. Vogliamo conoscere quale destinazione d’uso si intende assegnare all’immobile, la fattibilità e i costi di un suo effettivo recupero alla fruizione pubblica. Servono idee e progetti che troppo spesso sono mancati. Non avrebbe senso acquisire un palazzo, che pure riteniamo di rilevanza strategica per dare vigore ad un grande progetto di valorizzazione di Barletta quale città della Disfida, per lasciarlo marcire al pari di altri immobili storici comunali che non è stato possibile riqualificare per gli esorbitanti costi che ciò richiederebbe. E poniamo un altro quesito: quanti altri palazzi di interesse storico ed artistico si trovano in vendita e sui quali il Comune potrebbe esercitare il diritto di prelazione per l’acquisto? Apprendiamo che già in passato la giunta avrebbe dato via libera alla cessione ai privati di immobili di pregio senza che la città ne sapesse nulla. Pretendiamo di conoscere l’entità del nostro patrimonio storico e di aprire una discussione pubblica sulle concrete possibilità che abbiamo di valorizzarlo. Un’ultima considerazione di carattere politico: la scelta di revocare l’assessore Lasala sia l’opportunità di rivedere la giunta inserendovi elementi di spiccate competenze e professionalità, abbandonando il sentiero sin qui percorso delle imbarazzanti scelte familistiche e delle indicazioni di personalità assolutamente inadeguate al ruolo. Se si fosse fatto sin dal principio, forse non ci troveremmo nella situazione in cui siamo».