Non c’è ancora un fascicolo aperto né una formale iscrizione nel registro degli indagati ma la Procura di Trani intende vederci chiaro su quanto accaduto alla scuola “Cassandro-Fermi-Nervi” di Barletta. I tre edifici che formano l’istituto di via Madonna della Croce sono stati chiusi d’urgenza dalla Provincia per le gravi carenze strutturali emerse dalle indagini sulla staticità degli immobili. Secondo quanto rilevato dai tecnici incaricati delle analisi e dai risultati dei test di un laboratorio specializzato di Matera, il calcestruzzo utilizzato per la costruzione dei tre plessi scolastici avrebbe una resistenza di gran lunga inferiore alle previsioni di norma.

Il pm Giuseppe Aiello ha chiesto ai carabinieri di Barletta di acquisire la documentazione utile a fare luce sulla vicenda. L’istituto entrò in funzione nel 1992 ma del certificato di collaudo che ne comprovava l’agilità si sono al momento perse le tracce. Il Presidente della Provincia, Bernardo Lodispoto, ha paventato l’ipotesi che gli edifici vengano demoliti anche se sono al vaglio dei tecnici altre soluzioni che possano consolidare le strutture senza procedere al loro abbattimento.

Il problema più urgente rimane la collocazione dei quasi duemila studenti che a settembre non potranno rientrare nel Polivalente. Il sindaco di Barletta, Mino Cannito, ha ieri manifestato la volontà di aiutare la Provincia nella ricerca dei nuovi spazi da mettere a disposizione della comunità scolastica del “Cassandro-Fermi-Nervi”, offrendo se necessario le aule che si renderanno disponibili nella altre scuole della città. Una soluzione che potrebbe non bastare. Quasi certamente la Provincia dovrà reperire altri immobili anche per far fronte all’esigenza di ospitare i laboratori utilizzati dagli studenti per le loro lezioni pratiche.

Il tempo stringe: tra due mesi e mezzo tornerà a suonare la campanella e dovrà essere garantito il diritto allo studio di duemila ragazzi orfani della loro scuola.