«Correva l’anno 2018 e precisamente il 18 ottobre allorquando il primo cittadino, non nuovo ai sopralluoghi coram populo sul cantiere del sottopassaggio pedonale di via Milano alla presenza dei tecnici dell’RFI, dell’Enel e degli assessori competenti per delega, dichiarava “Stiamo lavorando per sbloccare una situazione che sta creando profondo disagio ai residenti ed alla città tutta” a proposito del cantiere del sottopassaggio pedonale di via Milano in quel periodo già fermo dal mese di maggio a causa di alcuni problemi nella mappatura dei sottoservizi e ritardi burocratici, non meglio circostanziati». Non si arrestano le polemiche riguardanti l’apertura del sottopassaggio pedonale di via Milano, collegandola al quartiere Borgovilla al di là della linea ferroviaria; questa la nota di Gennaro Antonio Rociola, coordinatore Rete Comitati Vivaci ItaliaViva.

«Le parole di “fermezza” del sindaco che ogni cittadino vorrebbe sentirsi dire per rassicurazione dei tempi e dell’azione amministrativa, lasciavano ben sperare anche perché la realizzazione in essere rappresentava un’opera fondamentale per la viabilità e propedeutica anche all’avvio della tanto attesa eliminazione del passaggio al livello di via Andria. Reca la data di martedì 14 luglio 2020, la nota istituzionale con cui si porta a conoscenza della città che sabato prossimo 18 luglio, sarà consegnata e inaugurata l’importante opera di ricucitura della città, tagliata in due dalla linea ferroviaria che collega via Milano al quartiere Borgovilla, un sottovia pedonale che ha già scontato il collaudo statico e tecnico amministrativo e per il quale sono pervenute le certificazioni degli impianti, di contro non saranno ancora funzionanti telecamere e ascensori perché, a causa dell’epidemia da Covid 19, la consegna di alcune componenti è in ritardo. Quindi restando alla cronaca, dopo due anni si consegna un’opera incompleta e nella sua incompletezza, andrà a penalizzare la fascia debole dei fruitori i vari Marco, Giovanna, Andrea, etc..

Chi sono? Nomi di fantasia attribuiti a coloro che hanno problemi di disabilità motoria e che non potranno utilizzare la nuova opera per la mancanza di strutture o impianti idonei. Una nuova opera che, di fatto, rappresenterà una vera e propria barriera architettonica per la parte più debole della cittadinanza, con l’aggravante che si tratta di una barriera architettonica istituzionale, atteso che si tratta di opera pubblica. Il comunicato stampa dell’amministrazione riporta solo poche parole in riferimento a ciò e ne attribuisce all’epidemia da Covid19 la causa dei ritardi. Ma siamo sicuri che sia questa la verità e che tutto sia stato detto? Bene ricordare che durante il lockdown piuttosto che l’inerzia, doveva regnare l’operosità delle maestranze approfittando della scarsa densità di traffico veicolare e di cittadini, in modo tale da poter operare creando meno disagio possibile e invece in alcuni casi il Covid è diventata la classica “pezza a colore” per celare dimenticanze, incompetenza e lassismo.

Ricordiamo come  l’amministrazione comunale si sia trasformata in paladina della giustizia, dichiarando apertamente il disappunto su questioni di cui (forse) essa stessa era stata artefice e che ad oggi diventa carnefice. Già, perché non dimentichiamo che alla nuova opera mancherà anche un sistema di video sorveglianza e che, nelle immediate vicinanze, il sottopasso pedonale di viale Marconi è afflitto da problemi identici ma eterni. Di qui le remore mosse nei confronti di un’amministrazione che si dichiara attenta alle esigenze della cittadinanza con i sopralluoghi del primo cittadino onnipresente, ma che nei fatti non lo è. Manca una visione d’insieme sulla Barletta del futuro che, nonostante le enormi potenzialità che potrebbe esprimere, è oggetto solo di retorica e mera e perenne campagna elettorale».