Questo pomeriggio nel mare di Barletta, nei pressi della Lega Navale, saranno installati tre Seabin, ovvero dei cestini galleggianti che aiuteranno a mantenere pulite le acque grazie a una tecnologia innovativa. Antonio Binetti, subacqueo ambientalista che collabora con associazioni ambientaliste e si occupa di monitoraggi nei fondali di Barletta, ci ha spiegato il funzionamento di questi dispositivi.
«Si tratta di un’invenzione che viene dall’Australia, dall’idea di due surfisti- ha affermato- e che si è diffusa in varie città del mondo. Questi cestini “mangia-plastica” sono collegati alle rete elettrica e creano dei vortici che risucchiano materiali inquinanti. Primi fra tutti gli oggetti in plastica e le microplastiche, ma non solo. É presente infatti anche un filtro che è capace di catturare gli oli e i detergenti e di rilasciare acqua pulita. Il sistema di risucchio raccoglie i materiali in un sacchetto di fibre naturali che deve essere smaltito. Il posizionamento nei pressi della Lega Navale è strategico, perché lì si concentrano centinaia di chili di plastica, essendo un tratto di mare chiuso in cui convergono delle correnti. I cestini riescono a raccogliere circa due chili al giorno di microplastiche, per cui sarà opportuna una manutenzione giornaliera, che spero non sarà trascurata».
Purtroppo i Seabin hanno un limite, ovvero l’incapacità di raccogliere qualsiasi tipo di rifiuto gettato in mare. «Il nylon, di cui sono costituite le reti da pesca, è uno dei materiali peggiori per il mare, poiché tende a depositarsi sul fondale. Nei miei monitoraggi ho riscontrato una situazione pessima del fondale del tratto di mare in corrispondenza del nuovo trabucco, tra reti da pesca, residui di imbarcazioni e, purtroppo, la nuova piaga per l’ambiente rappresentata da guanti e mascherine non conferiti nel modo corretto».
Inoltre non bisogna dimenticare che i Seabin non possono essere considerati una soluzione definitiva, poiché si tratta di meccanismi che agiscono in maniera postuma, mentre sarebbe opportuno limitare la presenza stessa di rifiuti e microplastiche in mare. «Si tratta di un notevole passo in avanti, che dimostra un crescente interesse da parte delle istituzioni per la salute del nostro mare- ha aggiunto Binetti- Ma anche questo intervento non basterà. È importante puntare sulla sensibilizzazione, in modo da agire con la prevenzione. Questo processo deve essere indirizzato ai più piccoli, ma non solo».
Qui di seguito alleghiamo le foto scattate da Antonio Binetti durante il monitoraggio notturno dei fondali di Barletta.