Sono disparate, di ogni forma e di diverso tipo: a colonna, digitali, tonde, rettangolari. Rappresentano un premio per i più tenaci e sono l’incubo peggiore dei meno inclini al monitoraggio del proprio peso. Insomma, la bilancia pesapersone, amica e nemica di giovani e meno giovani, è un grande “cult” nella nostra quotidianità, sin da quando il medico patavino Santorio Santorio la rese nota per la prima volta alla comunità scientifica, ormai quasi 4 secoli fa. Eppure, il suo inventore potrebbe non aver tenuto conto di diverse variabili, che ad oggi rendono questo strumento utile ma con delle riserve. A spiegarci più nel dettaglio di cosa stiamo parlando il personal trainer e titolare della Total Wellness personal training Davide Dibitonto.

«La bilancia – ha chiarito –  rappresenta per molti l’oggetto portatore della verità assoluta, l’oracolo che fornirà indicazioni su quelle che sono le nostre condizioni fisiche in un determinato momento, attribuendo all’ago della bilancia una buona o meno condizione fisica. In realtà la bilancia più comunemente utilizzata non è altro che una semplice bilancia pesapersone e come tale non restituisce un dato veritiero su quelle che sono le nostre reali condizioni, poiché trascura quella che è la nostra composizione corporea non distinguendone le varie componenti fra cui massa grassa, massa muscolare e acqua totale. Un soggetto ipertrofico, dunque, con una massa muscolare molto sviluppata frutto di estenuanti anni di allenamento, in condizioni oggettivamente ottimali, potrà risultare in sovrappeso. Al contrario un soggetto sedentario con un’alta percentuale di massa grassa e con una scarsa massa muscolare potrà risultare normopeso o addirittura sottopeso. Ciò dimostra l’inaffidabilità di uno strumento che ormai risulta obsoleto e non adatto ad un reale test oggettivo sulle nostre reali condizioni fisiche».

Ma quale può essere allora una valida e più attendibile soluzione? «In alternativa alla bilancia pesapersone, risulta più affidabile la cosiddetta bilancia impedenziometrica. Questo strumento fa veicolare una corrente elettrica a basso voltaggio ma ad alte frequenze lungo tutto il corpo del soggetto, misurandone la resistenza opposta dal corpo del soggetto valutato. Considerato che le cellule muscolari sono ottime conduttrici e consentono un transito veloce della corrente elettrica e al contrario le cellule adipose sono cattive conduttrici e rallentano tale flusso, si potrà stimare quella che è la nostra reale composizione corporea. L’indice di affidabilità di tale analisi supera il 95 % a patto che venga effettuata con strumentazione professionale e condizioni ottimali. Grado di idratazione e pasti a ridosso dell’esame potrebbero inficiarne la veridicità».

Insomma, una rivelazione che potrebbe cambiare notevolmente le nostre abitudini e, chi lo sa, magari fornirci anche qualche consapevolezza in più.

 

A cura di Carol Serafino