Carattere forte, grande inventiva e lungimiranza, coniugati ad una profonda passione per ciò di cui si occupava. È questo il tracciato di Francesco Salerno, il “Sindaco della gente”. Amato primo cittadino di Barletta dal 1998 al 2006. Indimenticato ed indimenticabile per tutta la comunità cittadina, che non è riuscita a rivivere la grandezza di quegli anni finora.

Dieci anni fa, veniva stroncata improvvisamente la sua esistenza che tanto avrebbe potuto ancora dare al territorio. Ieri sera, nell’anfiteatro dei Giardini del Castello, giardini valorizzati proprio durante le sue amministrazioni, si è svolta una laica cerimonia di ricordo, voluta fortemente dalla moglie Raffaella Porreca Salerno. Ed ecco radunati tutti gli amici, coloro che l’hanno stimato, vicini e lontani, non con l’intento della mitizzazione ma riconoscendo l’unicità di una personalità tanto illustre. Unicità nella professione come nei rapporti interpersonali, da sindacalista, da medico, da sindaco, che sono stati messi in evidenza dal ricordo affettuoso del dottor Vito Piazzolla, direttore generale della ASL di Foggia e amico fraterno del compianto.

Istinto da leader, nella politica come in ospedale, ha vissuto un momento storico non paragonabile ad altri, e per questo non ha senso il paragone con i suoi successori, come anche ha ricordato l’attuale primo cittadino Mino Cannito, non tacendo le loro divergenze caratteriali, soprattutto in campo professionale. Si tratta, sicuramente nel Salerno, di due cavalli di razza che ovviamente sgomitavano.

Anche i due principali contendenti alla presidenza della Regione Puglia, l’attuale governatore Michele Emiliano e l’ex governatore Raffaele Fitto sono accorsi per un loro ricordo affettuoso degli anni in cui hanno avuto modo di collaborare con l’ex primo cittadino. Fitto lo ha incontrato quando era Presidente della Regione, rintracciandone un modello e simbolo per l’azione di governo di un territorio; Emiliano ha lungamente ricordato la sua esperienza come allora magistrato e  poi candidato a sindaco di Bari, seguendolo da vicino come modello per la grandiosità di ciò che stava realizzando a Barletta. La strategicità della programmazione sapiente di Salerno, figlia di un profondo studio, si univa alla sua intraprendente visione, come ricordato dal giornalista Roberto Straniero. La cultura, soprattutto con la valorizzazione della Disfida, cambiando la connotazione del futuro della città. È intervenuto anche il docente di filosofia Alessandro Porcelluzzi, esaltandone la visione politica che lo ha reso protagonista in Puglia di un momento di passaggio importante. L’avvocato Raffaele Fiore, un suo predecessore, e vicesindaco nella sua seconda Giunta ne ha dipinto un accorato ricordo, che volutamente fondeva la sua realtà pubblica come amministratore e la realtà privata con la sua famiglia, e soprattutto come amico. Il ricordo anche di Don Filippo Salvo.

Un vuoto lo ha lasciato in politica come nella sua realtà familiare nel ricordo della vedova. I nani che si affacciavano dalle spalle del gigante, hanno riempito la scena in questi anni, ma nessuno è riuscito a colmare quel vuoto.