Erano in 6 o 7 al massimo e “sgambettavano” indisturbati sul Litorale Pietro Mennea della città di Eraclio, nella zona antistante all’area protetta: un gruppo di fratini, esemplari della specie volatile Charadrius alexandrinus, ha rallegrato gli animi dei cittadini. A segnalare la loro presenza un post pubblicato sulla pagina del circolo cittadino di Legambiente Barletta, presieduto da Raffaele Corvasce, da sempre impegnato in prima linea nella tutela di questi volatili e nella salvaguardia delle zone in cui tendono a nidificare, in stretta concertazione con l’associazione EnPa Barletta nella persona di Massimiliano Vaccariello.

Soltanto quest’anno, infatti, grazie alla tenacia delle associazioni succitate e di chi ha sposato insieme a loro questa causa, sono stati predisposti per i nostri simpatici amici alati 18.000 metri di spiaggia, un bel risultato per la nostra città e per i volontari delle associazioni ambientaliste/animaliste. «Noi di Legambiente e di EnPa Barletta – ha dichiarato Corvasce – siamo molto soddisfatti oltre che per la presenza stanziale dei fratini anche per il fatto che loro ormai riconoscano le nostre spiagge come habitat naturale. Ogni anno osiamo sempre di più. Non sveleremo qual è il nostro punto di arrivo, ma quello che speriamo è che l’Amministrazione comunale continui a concederci la protezione di queste aree, per continuare il processo di rinaturalizzazione».

Questo intento di risanamento, come spiegato dal presidente di Legambiente Barletta, porterà alla crescita spontanea della vegetazione naturale e di conseguenza delle prime dune pioniere (che il nostro sguardo spesso ammira quando andiamo in villeggiatura). La presenza di questi ammassi di sabbia assurgerebbe ad un duplice obiettivo e sarebbe fondamentale per diverse ragioni. Il primo motivo è sicuramente di tipo naturalistico: aiuterebbe, durante i periodi di maestrale o tramontana, a non disperdere un capitale importante delle nostre spiagge che è la sabbia, a cui seguirebbe per reazione a catena anche un aggravio di costi per lo smaltimento della stessa dal manto stradale. In secondo luogo, turistico. Ebbene sì, perché le zone naturali, le cosiddette aree “wilderness”, selvagge e immerse nel verde, sono quelle più gettonate per i turisti, dunque ne conseguirebbe un ingente apporto economico/turistico per Barletta.

«La rinaturalizzazione di un’area, anche se piccola, fa creare una piccola oasi e di questa cosa ne beneficiano non solo l’ambiente e la natura ma anche il turismo», ha concluso Corvasce. Insomma, un progetto ambizioso che abbraccia un ampio ventaglio di propositi e che certamente continuerà a sortire non poche soddisfazioni.

Ricordiamo ai nostri lettori che è opportuno tenersi a distanza, qualora si avvistassero esemplari di fratino, in quanto la presenza dell’uomo, anche se supportata da buone intenzioni, li indurrebbe a spaventarsi e a fuggire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura di Carol Serafino