Negli ultimi anni la consapevolezza riguardo temi ambientali è in crescita costante, mentre ancora poca attenzione viene rivolta nei confronti della presenza di barriere architettoniche in città. In un breve percorso da casa al lavoro o nel corso di una passeggiata ne incontriamo tantissime e di diverso tipo, come marciapiedi troppo stretti, rampe per l’attraversamento poco frequenti, gradini e strade troppo ripide.
Il progetto SuperArè- Barletta senza Barriere, promosso dall’associazione barlettana Binario 10 si pone lo scopo di individuare le barriere architettoniche presenti nel centro storico, contribuendo nel frattempo a diffondere consapevolezza sul tema. Il punto cardine attorno a cui ruota l’intero progetto è la partecipazione attiva dei cittadini, interpellati in tutte fasi di realizzazione.
«Con questo progetto abbiamo partecipato al bando “Puglia Partecipa 2019”, classificandoci primi per punteggio- ci spiega Vincenzo Sfregola, vicepresidente dell’associazione- e consiste nella creazione di una mappa digitale delle barriere architettoniche presenti in città. Nei processi di individuazione e valutazione abbiamo chiesto la partecipazione di studenti, in particolare di due classi dell’Istituto Cassandro-Fermi-Nervi, di docenti del Politecnico di Bari, di esponenti degli Ordini degli ingegneri, degli architetti e dei geometri. Ci siamo inoltre messi in contatto con l’Arcidiocesi, con le varie associazioni barlettane che si occupano di disabilità e altri ancora. La partecipazione collettiva della cittadinanza ci permette al tempo stesso di diffondere consapevolezza e di ascoltare le esigenze di tutte e tutti».
Naturalmente, fa notare Sfregola, il progetto non ha il potere di far sparire le barriere esistenti. «Si tratta solo di una fase di individuazione ai fini della redazione del P.E.B.A, che terminerà poi con la segnalazione al Comune delle problematiche individuate. A quel punto spetterà all’amministrazione procedere con la valutazione dei costi necessari e poi con gli effettivi interventi».
L’obiettivo è rendere Barletta la prima città a sviluppare una mappa digitale di questo tipo, e poi di replicare l’esperienza con le stesse modalità in altri comuni d’Italia. «Per raggiungere questo scopo abbiamo ottenuto la partnership con “Bandiera lilla”, che indica le città accessibili sul piano nazionale e il patrocinio di enti e ministeri come la Asl, l’Inps, Agid e il Garante regionale per i disabili.
Superata la fase di informazione, in cui i membri dell’associazione hanno formato le due classi di ragazzi a distanza, parte ora la fase di coinvolgimento. Questa mattina si terrà il primo “Mapathon”, termine inglese che definisce eventi partecipativi in cui si individuano su una mappa digitale dei luoghi in base a un argomento, mentre questa sera alle ore 20 ci sarà l’incontro con tutti gli interessati alla chiesa di Sant’Antonio.
«Gli studenti hanno risposto molto positivamente alla nostra chiamata. Molti affermano di aver aperto gli occhi e di vedere ora la città in maniera diversa. Diffondere una nuova sensibilità ai futuri ingegneri, architetti, geometri e informatici li renderà tecnici più efficienti, capaci, in grado di preoccuparsi degli aspetti umani oltre che economici».