La conferenza stampa sull’emergenza Covid convocata dal sindaco Cannito ieri mattina si è aperta con uno sfogo del primo cittadino. «Sui social ci sono troppi imbecilli che vanno a briglia sciolta- ha sbottato- Io mi assumo le responsabilità di quello che dico, non temo i linciaggi, non temo le minacce e non mi lascerò condizionare». Le minacce a cui si riferisce lo avrebbero travolto per mezzo dei social in seguito alle dichiarazioni in cui auspicava fortemente l’istituzione della rossa per la provincia BAT.
A giudicare dal tenore dei commenti che infestano i social, in particolare Facebook, negli ultimi tempi, non è difficile crederci. La crisi da Covid19 ha generato un malcontento generale, che spesso si fonde con l’incapacità di comprendere che sui social non tutto è concesso. Il dilagare di teorie del complotto e la sensazione di abbandono da parte delle istituzioni fanno il resto, ed è così che i social network sono diventati per alcuni il luogo in cui esprimere rabbia e frustrazioni nel peggiore dei modi.
D’altra parte, anche la comunicazione istituzionale e politica contribuisce a creare confusione e infiammare gli animi. Contraddittoria, carica di paternalismo e spesso accusatoria nei confronti dei cittadini, senza riuscire nell’intento di responsabilizzarli.
«Qualcuno è venuto a lamentarsi perché non riuscirà a vendere i gioielli a Natale, ma non me ne importa nulla! I gioielli si possono sempre vendere, è più importante la vita – ha aggiunto il sindaco durante la conferenza, per poi abbassare i toni e cercare di esprimere la sua comprensione alle categorie colpite dalle restrizioni. «Capisco le esigenze di tutti, ma il compito del sindaco è quello di salvaguardare la salute dei cittadini. La zona rossa è un’esigenza, e lo dico da medico prima ancora che da sindaco. Non mollo, non voglio commettere l’errore di quest’estate, quando abbiamo allentato troppo la presa per salvare l’economia».
«Meglio poveri e sani, che ricchi e malati» è stata un’altra dichiarazione che ha suscitato aspre critiche, ripetuta sia in sede di consiglio comunale, che durante la conferenza. Con l’aumento delle famiglie che versano in condizioni di povertà e un aumento del tasso di disoccupazione, il binomio povertà-salute non è assolutamente scontato.
La situazione non è sicuramente facile e il fardello per chi è responsabile di una comunità è pesante, ma gli eccessi, da entrambe le parti, non aiutano. Una comunicazione più equilibrata sarebbe più efficace e riuscirebbe a rassicurare i cittadini. In chiusura il sindaco invoca la collaborazione di tutti, cerca il confronto con chi lo ha minacciato, si apre al dialogo. Nonostante ciò, sarà difficile riuscire a placare gli animi.

È bene sottolineare che ciò che viene affidato ai social network è perseguibile dalla legge, oltre ad essere pubblico e potenzialmente leggibile da migliaia di persone. Nulla giustifica minacce e insulti, soprattutto in questo momento, in cui è necessario sviluppare un senso di solidarietà e di responsabilità per reagire alla crisi.