Sono state rilevate concentrazioni significative di inquinanti organici nell’aria, in seguito all’incendio scoppiato il 21 e 22 settembre scorso alla periferia di Andria. In particolare, poi, in uno dei campioni prelevati sul suolo circostante è stata osservata una concentrazione di inquinanti superiore al limite di riferimento. È quanto emerge dalle indagini, appena ultimate, di Arpa Puglia, che hanno definito la quantità di sostanze nocive propagate nell’aria e sul suolo alla periferia di Andria, in contrada Monachelle (complanare S.S. 170 km 22+150).

«Le ricerche – spiega Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia -, molto articolate dal punto di vista tecnico-scientifico, hanno definito le concentrazioni di inquinanti organici sui campioni raccolti dai campionatori portatili ad alto volume, posizionati nelle aree adiacenti al capannone industriale gestito dalla “Società Modà Group a family company srl”. L’incendio si è sviluppato dalle ore 19.00 circa del 21 settembre alle ore 8.00 del giorno successivo. Nella giornata in cui è avvenuto l’incendio ed in quella successiva, l’Agenzia ha monitorato la qualità dell’aria anche mediante centraline fisse, disposte in via Vaccina nel Comune di Andria ed in via Casardi nel Comune di Barletta. Ulteriori controlli sono stati effettuati sui terreni circostanti, dove è stato ritenuto necessario operare delle verifiche in ordine alla eventuale presenza di sostanze nocive».

I campionatori portatili installati nei punti di ricaduta dei fumi provenienti dall’incendio sono stati collocati in Contrada Monachelle presso l’autorimessa “Scaringella srl” e presso l’azienda agricola “La Federiciana”. Su questi dispositivi è stato campionato un volume di aria utile a consentire la determinazione di una significativa concentrazione di diossine e furani (PCDD/F) e di inquinanti organici tossici, i policlorobifenili (PPCB).