Comunque dovrà decidere il Consiglio comunale, non è questione di maggioranza o opposizione. Si tratta del possibile acquisto dell’ex Palazzo delle Poste di Piazza Caduti, per cui il Comune è chiamato a decidere se esercitare il diritto di prelazione. Ormai, mancano poco più di 50 giorni per decidere sul da farsi.

Finora, l’orientamento di gran parte dei consiglieri comunali, intervenuti durante gli ultimi due consigli, sembrava quello di volersi far carico dell’acquisto, anche se si decise, prudentemente, di attendere la valutazione tecnica-economica sull’immobile. Inutile ricordare che oltre a rappresentare un gioiello architettonico nel cuore della città, la sua facciata laterale è un vero e proprio monumento della memoria storica cittadina: lì furono trucidati nel 1943 i 10 vigili urbani e 2 netturbini per mano nazista dando vita al primo atto di rappresaglia sul territorio italiano. Questo non è a rischio, poiché grazie all’impegno di cittadini, associazioni e politici locali, nel 2003 si ottenne il vincolo di tutela ministeriale, che di fatto impedisce lo stravolgimento architettonico e monumentale del bene, sia che questo appartenga a un privato, sia che appartenga ad un ente pubblico.

Come avevamo già ricordato negli scorsi giorni, la cifra per l’acquisto è di 2.6 milioni, a cui si aggiungerebbero l’IVA e gli interessi passivi dell’ipotetico mutuo (visto che l’ente comunale non ha a disposizione una cifra simile al momento), che significa raggiungere la cifra di 3.2 milioni di euro. I consiglieri cominciano a riflettere e a fare marcia indietro: l’idea è che un buco di 3.2 milioni sarebbe una spesa insostenibile. Bisogna anche considerare le spese per il recupero. Il prezzo appare di gran lunga superiore all’attuale valore di mercato. Tra l’altro, anche la tempistica sarebbe eccessivamente risicata, tra la necessaria valutazione dei Revisori dei Conti e delibera di Consiglio, come spiegato ieri durante una riunione in streaming della Giunta con i dirigenti dei vari Settori coinvolti, e alcuni consiglieri.

Per fortuna che ci sono le prescrizioni determinate dall’apposizione del vincolo storico culturale e quindi lì non ci potranno essere sorprese. Una cifra “spropositata”, calata improvvisamente, pare che non trovi sponde per l’ipotesi di acquisto. Vedremo cosa dirà il Consiglio.