Il diritto di prelazione per l’eventuale acquisizione da parte del Comune sull’ex palazzo delle Poste scade il 3 febbraio, cioè 60 giorni dopo la comunicazione del Ministero riguardo alla compravendita in atto. A riguardo se n’è parlato moltissimo sugli organi di stampa locali, compreso il nostro, e soprattutto sui social network a testimonianza di quanto sia sentito il tema da tutti i barlettani. Stamattina, il Consiglio comunale, riunitosi in streaming, nel rispetto delle norme anti-Covid, ha scelto di non procedere alla prelazione: un’ampia discussione sulle grandi potenzialità dell’edificio storico del 1925 di quasi 1800 mq nella centralissima di piazza Caduti; ma ciò che conta di più sono le “cicatrici”, che la facciata laterale porta a testimonianza dell’eccidio del 1943 dei dieci vigili urbani e due netturbini per mano nazista.

Poco prima della seduta consigliare, è stata diffusa la perizia di stima realizzata da un ingegnere comunale, esperto in valutazioni immobiliari, avanzando un valore di circa 1,7 milione euro + IVA e varie spese di registrazione. Dunque, una stima più bassa rispetto al prezzo fissato per la compravendita (2,6 milioni + IVA); certamente ciò va ad aggravare il possibile «danno erariale», che ha spinto ulteriormente il dirigente al Settore finanziario, Michelangelo Nigro, ad esprimere parere sfavorevole sul possibile atto di acquisto. Del resto che le casse comunali non fossero in grado di sopportare la spesa era già stato reso noto, e dunque sarebbe necessario un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti con un appesantimento d’interessi (per 20 anni si arriverebbe ad un totale 3,9 milioni di euro). Presentate le relazioni tecniche dei vari dirigenti comunali compresa quella della Scommegna alla Cultura, ipotizzando una progettualità museale sugli accadimenti della II guerra mondiale a Barletta, sede dell’Archivio della Memoria, museo della storia del luogo e una biblioteca specialistica. Durante la discussione era stata avanzata l’ipotesi di “temporeggiare” affinché si potessero coinvolgere altri Enti pubblici al fine di condividere il sacrificio economico, come suggerito da diversi consiglieri. Non c’è stata la normale contrapposizione tra maggioranza – opposizione, visto il tema sentito trasversalmente. Il consigliere Doronzo (Coalizione Civica) ha denunciato il ritardo dell’Amministrazione nel prendere posizione sul tema, giungendo a pochi giorni dal termine previsto, ha invocato il coinvolgimento di tutte le Istituzioni al fine di trovare una soluzione per procedere all’acquisto. La proposta di rinvio non ha raccolto consensi sufficienti, e così il Consiglio con una maggioranza di 21 voti ha negato di procedere al diritto di prelazione. In conclusione il Sindaco ha sottolineato l’impegno dell’Amministrazione a perseguire la collaborazione pubblico-privato, anche facendo seguito all’apertura rivoltagli dalla società acquirente nei giorni scorsi.   

Dobbiamo riflettere tutti sul valore di quel vincolo ministeriale del 2002 che consentirà comunque la tutela del luogo; la Soprintendenza non può essere intesa come la “ciambella di salvataggio”, da criticare quando non ci va bene, continuando sulla via della scarsa tutela del bene pubblico.