Solo pochi giorni fa era stata emanata una puntuale ordinanza da parte del primo cittadino Cannito, che vietava l’uso di petardi, razzi e di tutti quei prodotti pirotecnici destinati all’uso professionale fino all’Epifania. Aspra la cifra da pagare in caso di sanzione: “l’inosservanza dell’ordinanza prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa fino a 500 euro, il sequestro del materiale pirotecnico illecitamente detenuto o venduto e l’applicazione di quanto previsto dalla legge per i rivenditori dei botti illegali”, si leggeva infatti nel comunicato stampa. Ma ancora una volta Barletta ha dimostrato di essere “sorda” dinanzi al rispetto delle regole, come si è potuto evincere non solo durante la serata ma durante il corso dell’intera giornata dai continui frastuoni e deflagrazioni che dilagavano in città. Aloni di fumo che quasi rievocavano le cortine fumogene, botti che sembravano un surrogato nel futuro dei bombardamenti, il tutto sia nelle zone periferiche che nel centro città. Avevamo già parlato degli effetti collaterali e nocivi di razzi e petardi: possono infatti essere dannosi per i nostri amici animali, causando loro disorientamento, voglia di fuga con annesso rischio di investimento; sono rischiosi anche per noi uomini, in quanto si potrebbe restare accidentalmente feriti. Un terzo punto ma non ultimo per importanza: sono seriamente distruttivi anche per l’ambiente. Il deposito di residui infuocati può causare incendi e anche contaminare il suolo, l’aria e i nostri stessi viveri, a causa delle sostanze di cui tali prodotti sono costituiti (nitrato di potassio, carbonella di legna, zolfo, acidi organici e metalli per la combinazione dei colori), che con l’esplosione si disperdono nell’aria con un forte impatto ambientale. Eppure nonostante questo, i nostri concittadini hanno continuato imperterriti a festeggiare in modo empio e non consono né al periodo che stiamo vivendo né al buon costume. La domanda che dilaga è la seguente: dov’erano i controlli da parte delle forze dell’ordine?

 

A cura di Carol Serafino