«A causa della grave e perdurante crisi socio-economica che sta attraversando il paese e delle conseguenti difficoltà amministrative degli enti locali (in particolare della Regione), fortemente aggravate dalla Pandemia da Covid 19 che ha colpito l’intero globo causando tremendi lutti e che ha modificato il sistema produttivo ed i comportamenti sociali, l’anno 2020 per la nostra organizzazione risulta essere il peggiore di sempre». Lo scrive il Nucleo di vigilanza ittico-faunistica, ambientale ed ecologica di Barletta facendo il bilancio delle attività svolte nel corso del 2020, anno segnato dall’emergenza Covid.

«A causa della grave e perdurante crisi socio-economica che sta attraversando il paese e delle conseguenti difficoltà amministrative degli enti locali (in particolare della Regione), fortemente aggravate dalla Pandemia da Covid 19 che ha colpito l’intero globo causando tremendi lutti e che ha modificato il sistema produttivo ed i comportamenti sociali, l’anno 2020 per la nostra organizzazione risulta essere ” il peggiore anno di sempre“.

La nostra struttura, come statuito dal nostro Statuto (che, in applicazione delle nuove norme afferenti al terzo settore è stato modificato ed adeguato alle nuove disposizioni, approvato dall’Assemblea dei soci, registrato presso l’Agenzia delle Entrate e trasmesso ai competenti Uffici), si è data un taglio operativo particolare in quanto si caratterizza per la presenza di operatori volontari nominati guardie particolari giurate per la vigilanza zoofila, sui funghi e sui tartufi dal Prefetto competente per territorio (in applicazione delle vigenti norme in materia e del TULPS).
Essi, quali pubblici ufficiali a competenza limitata in materia di tutela faunistico-ambientale e con i poteri e le funzioni acquisite dalle norme di riferimento, possono svolgere servizi di prevenzione e anche di repressione diretta degli illeciti in materia faunistico-ambientale e zoofila.

Con il riassetto amministrativo degli enti locali avviato sin dall’anno 2015 ed in particolare con l’entrata in vigore dell’art. 20 della Legge Regionale Puglia 09/08/2016 n. 23 ed art. 41 comma 9, della L. R. 20/12/2017 n. 59, le competenze di nomina delle guardie giurate volontarie ittiche e venatorie sono passate dalle province alla regione. Questo cambiamento normativo ha creato innumerevoli difficoltà amministrativo-procedurali ha causato il blocco totale delle nuove nomine e dei rinnovi dei Decreti delle guardie per la vigilanza ittica e venatoria già operanti nel territorio regionale.

I cambiamenti normativi sopra descritti, che di fatto hanno determinato l’interruzione immotivata dei servizi di vigilanza volontaria in materia di caccia e di pesca nelle acque interne, sono in netto contrasto con alcuni principi costituzionali: la sussidiarietà, la collaborazione, la tutela del bene pubblico, la partecipazione attiva dell’associazionismo nelle attività di interesse pubblico, il volontariato. I servizi di vigilanza e repressione degli illeciti svolte per diversi decenni dalle guardie volontarie ittiche e venatorie sono state considerate “strumento di salvaguardia ambientale indispensabile per la comunità“. Le guardie volontarie hanno il diritto di poter svolgere le loro mansioni in quanto sono figure previste da leggi dello Stato vigenti (art. 31 del Regio Decreto n. 1604/31 e art. 27 della Legge n. 157/92). Tali leggi non possono essere “surclassate” da leggi regionali e/o non applicate.

Per quanto sopra, purtroppo, la nostra organizzazione ha dovuto limitare i servizi operativi delle guardie ittiche e venatorie alla sola prevenzione degli illeciti. Inoltre, a causa dell’inaspettata pandemia da corona virus, ha dovuto ridurre e ridimenzionare ulteriormente tutte le altre attività di rito, per consentire l’applicazione pedissequa delle prescrizioni di sicurezza in materia di prevenzione da contagio da Covid 19. (come dice il detto: “piove sul bagnato”).

Questo stato di cose ha determinato una serie di scompensi, quali:

  • l’aumento degli illeciti perpetrati in danno ambientale (bracconaggio, abbandono indiscriminato dei rifiuti, incendi boschivi, pesca abusiva nelle acque interne, danneggiamento);
  • l’avvilimento morale degli operatori e l’impotenza coatta che ha colpito l’attività repressiva delle guardie volontarie, che, di fatto, ha leso la loro professionalità e che, in qualche caso, ha determinato veri e propri beffeggiamenti ed offese subite non solo da inqualificabili bracconieri ma anche da “certi pseudo cacciatori e/o pescatori” irrispettosi non solo delle leggi dell’uomo ma anche di quelle della natura;
  • il fermo dei mezzi e delle attrezzature in dotazione all’Associazione;
  • l’impossibilità di stipulare convenzioni e/o protocolli d’intesa con gli enti locali ed i mancati introiti economici a supporto delle spese sostenute, assolutamente necessari per tenere in vita le organizzazioni di volontariato di settore.

In considerazione dei precedenti vissuti, i nostri servizi, quelli svolti in autonomia e quelli di supporto agli organismi pubblici competenti in materia ambientale, sono stati offerti sempre gratuitamente e/o riconoscendo le sole spese sostenute e sono stati ritenuti particolarmente utili, efficaci e produttivi. Se i servizi di vigilanza fossero stati attivati nella loro completezza, lo stato di salute ambientale dei luoghi più minacciati dall’antropizzazione umana avrebbero potuto godere di importanti miglioramenti. L’operatività delle guardie volontarie, inoltre, in considerazione dell’esiguo numero di operatori dipendenti retribuiti, avrebbero consentito l’ottimizzazione dei servizi di vigilanza e un considerevole risparmio per le casse pubbliche (un solo operatore dipendente ha un costo annuo per l’amministrazione pubblica di almeno 80.000 euro).

Grazie alla professionalità delle nostre guardie, acquisita attraverso specifici corsi di qualificazione e di aggiornamento, sostenendo esami scritti e orali, nonché dell’esperienza maturata nei decorsi lustri, il Nucleo ha comunque potuto attivare alcune indispensabili attività. Esse hanno riguardato:

  • La ricerca naturalistica attivata conseguentemente all’accertamento della presenza della Lontra nel tratto terminale del fiume Ofanto e il censimento delle specie di avifauna presenti nell’area Parco Naturale Regionale del fiume Ofanto;
  • La maggiore presenza fisica di nostri operatori nei luoghi naturalistici più importanti per scoraggiare ogni possibile danno alla fauna e all’ambiente, in particolare lungo il tratto di fiume compreso nell’areale della Lontra; per non consentire l’abbandono di rifiuti ed il piazzamento di reti da pesca, le quali possono causare la morte per annegamento delle Lontre eventualmente impigliate;
  • La collaborazione offerta al Sindaco ed al settore della protezione civile del comune di Barletta, in particolare alla Polizia Locale e alle forze dell’ordine, per infondere nella popolazione il rispetto delle prescrizioni e delle normative emesse dall’Autorità finalizzate al contrasto dei contagi da Corona virus;
  • L’adesione ai lavori del processo partecipativo del “Contratto di fiume della Bassa e Media Valle dell’Ofanto”, partecipando ai tavoli tematici relativi all’ambito “Natura”;
  • L’invio di “informative telefoniche presso l’Autorità di Gestione del Parco Naturale Regionale del fiume “Ofanto” della Provincia di Barletta Andria Trani, a seguito dell’accertamento di un cospicuo movimento terra che ha interessato gli argini del fiume; per la moria di migliaia di pesci di fiume a seguito della perdurante secca avutasi nei mesi di luglio e agosto; nonché per la presenza di trivelle azionate sotto il ponte della ferrovia adriatica lungo il fiume per consentire sondaggi geologici da parte dell’Ente Ferrovie;
  • Denunce, informative e comunicati stampa. In particolare:
  • Denuncia per grave e diffusa illegalità lungo il fiume Ofanto” del 06/07/2020, inviata al Presidente della Giunta Regionale Puglia, al Settore Vigilanza Ambientale regionale, al Presidente della Provincia di BAT, al Settore Ecologia della Provincia di BAT, Al Prefetto di BAT, alla Procura della Repubblica del Tribunale di Trani, al Comando Provinciale Carabinieri Forestali di BA e BAT, agli organi di Stampa;
  • Comunicato Stampa” del 27/07/2020, relativo all’accertamento della presenza del “granchio blu“, nelle acque del fiume Ofanto. Specie alloctona che potrebbe creare grave squilibrio faunistico-ambientale all’intero sistema acquifero ofantino;
  • “Comunicato Stampa” del 29/07/2020, relativo ai “Prelievi abusivi ed indiscriminati di acqua dal fiume Ofanto e conseguenze al sistema ambientale”;
  • “Nota/Denuncia” del 12/10/2020, “riguardante la diffusa illegalità nell’ambito del territorio del Parco Naturale Regionale fiume “Ofanto” e le problematiche relative all’operatività e alla sicurezza delle guardie del Nucleo di Vigilanza I.F.A.E. di Barletta. Inviata al Prefetto della Provincia di BAT, al Commissariato di P. S. di Barletta, al Comando Compagnia Carabinieri di Barletta.

Ciò nonostante, grazie alla pluriennale esperienza e professionalità maturata dai nostri operatori e con l’intento di concorrere più efficacemente nell’opera di tutela dell’ambiente, nella diffusione della conoscenza e del rispetto della legalità, il Nucleo di Vigilanza ha comunque messo in atto, se pur parzialmente, le attività operative possibili finalizzate al raggiungimento dei seguenti prefissati obiettivi:

  • Salvaguardare le risorse faunistico-ambientali;
  • Consentire al cittadino di esercitare le attività previste dalla legge: la caccia, la pesca, la raccolta dei funghi e dei tartufi ed ogni altra attività svolta nel territorio provinciale nel rispetto delle norme e del buon senso;
  • Diffondere la cultura della solidarietà e della conoscenza per una più efficace e consapevole tutela del bene pubblico e per l’affermazione della legalità;
  • Rafforzare il rispetto e l’utilizzo sostenibile delle risorse del territorio;
  • Collaborare con le istituzioni pubbliche e con gli altri enti pubblici e privati per il raggiungimento degli obiettivi comuni;
  • Tutelare la salute e la sicurezza pubblica operando fattivamente anche nel campo della protezione civile;
  • Rafforzare l’educazione civica e la convivenza sociale.

Le azioni svolte sono desumibili dai “Rapporti di Servizio” regolarmente redatti dagli operatori ed agli atti nell’ufficio del Nucleo. Esse, se pur di numero esiguo rispetto agli scorsi anni, hanno permesso di dare continuità alle azioni svolte in passato. Le attività svolte nel 2020 sono da ritenersi quasi sufficienti per il fatto che le finalità sopra esposte sono state parzialmente ottenute.

Si elencano in dettaglio le principali attività realizzate:

  • Numero di uscite con pattuglie formate da almeno due operatori di vigilanza: 50;
  • Numero ore di servizio operativo svolto dalle pattuglie: 180;
  • Km percorsi dalle pattuglie: 2.710;
  • Numero di uscite finalizzate alla ricerca e protezione della Lontra lungo il fiume Ofanto: 20;
  • Numero di ore svolte durante le attività di ricerca. 762;
  • Km percorsi per raggiungere le zone oggetto della ricerca e protezione della Lontra: 498;
  • Numero ore servizio dedicate alla formazione, all’aggiornamento, alla preparazione dei servizi, alla manutenzione delle strutture e dei mezzi in dotazione del Nucleo, alle “allerta” di protezione civile ricevute, allo svolgimento degli atti burocratici ed amministrativi, alla cultura e all’educazione ambientale: 65;
  • Collaborazioni offerte al comune di Barletta per attività di Protezione Civile: 2 mesi.