In un’epoca che ha fatto del cambiamento la sua ratio, è sempre utile raffrontare i tempi antichi e i tempi moderni, per acquisire consapevolezze più corroborate, superare cliché desueti e magari attingere spunti prolifici per il futuro. In fondo si sa, ce lo ha insegnato Alessandro Barbero, che indagare sul passato serve a mettere “in prospettiva il mondo”. Anche lo sport, la cui genesi ha radici ataviche, ha ovviamente subito dei cambiamenti nel corso dei secoli. Basti pensare alle Olimpiadi, considerate la manifestazione sportiva più prestigiosa, che nell’antichità greca trovano la propria sorgente. Un radicale ribaltamento si ebbe nel periodo intercorso fra il tramonto dei Giochi Olimpici e la loro palingenesi in chiave moderna, che sancì l’inizio di una nuova concezione di sport. Gli antichi Romani ad esempio si discostarono dal modello sportivo greco, relegando le prestazioni sportive solo all’esibizione di gladiatori e a finalità militari. Come è cambiamento quindi lo sport? E qual è tutt’oggi l’influsso di questa “rivoluzione”? Ne abbiamo parlato col personal trainer barlettano e titolare della Total Wellness personal training Davide Dibitonto.

«Nel tempo il culto dell’attività fisica è rimasto immutato – spiega Dibitonto – ma a mutare sono state le strumentazioni a disposizione, che, con l’avanzare della tecnologia, hanno consentito di approcciarsi differentemente a questo mondo. La tecnologia purtroppo, come in altri settori, non porta con sé sempre novità positive. Gli Spartani ad esempio, noti a tutti per i loro fisici imponenti e statuari, incentravano il loro allenamento sul corpo libero, sul miglioramento di capacità quali resistenza, coordinazione, utili al miglioramento delle loro abilità militari». Cosa è successo poi? «Col passare del tempo – prosegue – fino ad arrivare ai giorni nostri, siamo stati indotti dal marketing, dai media e dalla pigrizia, a prediligere l’utilizzo di macchinari isotonici. Questi ultimi, solo in alcuni casi e solo relativamente a specifici macchinari, risultano alle volte inutili poiché prevedono contrazioni muscolari isolate, segmentarie e poco funzionali, riducendo la questione ad una semplice riproduzione di funzioni anatomiche con sovraccarico, nonostante tali funzioni non siano mai richieste durante i movimenti di vita quotidiana. Al contrario la maggior parte degli esercizi a corpo libero asseconda tali funzioni e movimenti e migliora il bagaglio motorio del soggetto, che porrà maggiore enfasi sul controllo e la percezione del proprio corpo. A tal proposito va registrato un incremento di discipline che sposano tale filosofia (allenamento calistenico ad esempio) che incentrano il focus del lavoro su esercizi a corpo libero con l’ausilio di zavorre e pesi aggiuntivi».

Ma allora l’incremento dei macchinari è stato effettivamente un merito o un demerito introdotto dal progresso tecnologico nello sport? «I macchinari non vanno abbandonati – conclude il personal trainer –  anche perché risultano fondamentali in determinati casi, ad esempio nelle fasi iniziali di apprendimento motorio. Bensì, ancora una volta, dovrà essere scelta la tipologia d’allenamento in base al soggetto, al suo grado e livello d’allenamento, magari mixando e alternando le differenti tipologie in modo da riuscire (chissà, nel tempo) a competere con i tanto ambiti fisici spartani».

 

A cura di Carol Serafino