Doccia fredda per l’Amministrazione comunale e la maggioranza tutta: il Centro comunale di raccolta previsto nella zona 167 (accanto alla parrocchia della SS. Trinità) non si farà. Non per le pressanti richieste di ‘stop’ dei cittadini, anche in seguito ad una petizione, che ha raccolto circa 6100 firme dei residenti del quartiere interessato; ma, a sorpresa, il Sindaco lo comunica in Consiglio comunale di ieri pomeriggio, per l’esistenza di vincoli edificatori preesistenti. Questi risalirebbero al Contratto di Quartiere II.

Un Consiglio comunale quasi monotematico, che ha riguardato principalmente i progetti dei Centri comunali di raccolta, quello della zona sette Frati (accanto alla parrocchia San Nicola) e quello, più discusso in questi giorni, nella zona 167 (accanto alla parrocchia della SS. Trinità).

Il Sindaco Cannito e l’assessore all’Ambiente Passero, si sono resi protagonisti di quello che è apparsa come una battaglia di sensibilità civica e ambientale. Tuttavia, l’opposizione aveva già sollevato importanti polemiche sulla questione, principalmente rivolte alla mancata condivisione della progettualità con i cittadini ivi residenti. La “coerenza urbanistica”, sollecitata e additata come una delle principali problematiche dall’intervento del consigliere Mennea (PD), si è rivelata quella giusta. Anche se forse, in maniera inaspettata anche dallo stesso consigliere.

Sia chiaro che il Sindaco non intende rinunciare alla prosecuzione, avviata già nel 2013, della realizzazione dei Centri di raccolta almeno uno per quartiere come previsto. Anche con “continuità amministrativa” con l’amministrazione Cascella, sbandierata dallo stesso Cannito. La pianificazione è necessaria in questo tipo di progettualità, come la partecipazione della cittadinanza, già durante la fase progettuale. «In assenza della condivisione con i cittadini – come ribadito dallo stesso Mennea – la pena può essere la nullità del finanziamento», come previsto da questo tipo di bandi. Questo finanziamento, non ancora perduto, ha aggiudicato 450mila euro al Comune. Ora si dovrà trovare un’alternativa quanto prima, ma perdere le occasioni milionarie per il Contratto di Quartiere sarebbe stato peggio.

La città va ascoltata, ma questo non vuol dire opporsi ad un’idea che rientra in un percorso avviato già nel 2013 con l’istituzione della raccolta dei rifiuti porta a porta. Centri di raccolta come quelli discussi non sono paragonabili a delle discariche, né tantomeno a degli inceneritori. L’oggettiva mancanza di discussione con i residenti da parte dell’Amministrazione viene facilmente additata come un comportamento «strafottente ed arrogante» come definito dal consigliere Coriolano (M5S).

Efficace l’intervento di Rosa Cascella (PD) ricordando le eccessive prese di posizione e proteste del 2014 sull’allora realizzando Centro di Parco degli Ulivi: la realtà ha smontato le eccessive paure, non conseguenti a conoscenze scientifiche sul tema. Un Centro di raccolta comunale è un’altra cosa. Tuttavia non si può, a maggior ragione, omettere il dialogo con la cittadinanza. Dare risposte alle legittime perplessità dei cittadini garantendo un proficuo dialogo con le Istituzioni.

Insomma, tanto tuonò che non piovve, ma nuove polemiche saranno pronte per le nuove scelte.