«Le dichiarazioni del sindaco Cannito, di questa mattina, sinceramente mi lasciano basito. Ancora una volta il sindaco della città di Barletta affronta i problemi nascondendo la testa sotto la sabbia e demandando le responsabilità a chicchessia». Prende il via così la nota del consigliere regionale Giuseppe Tupputi (Con Emiliano). «Senza volermi ergere a docente, mi permetto di ricordare a Cannito che la Regione Puglia, in questo momento, può fare ben poco rispetto alle riaperture delle attività commerciali. Mi preme, infatti, per mero spirito di chiarezza, ricordare che i poteri in tal senso sono totalmente in capo al governo nazionale che redige la classificazione delle regioni, in base all’indice RT, sentito il parere del CTS».

«Pur comprendendo la protesta degli esercenti, e condividendo preoccupazioni e difficoltà, sono a dichiarare e non certo a declinare la nostra totale mancanza di poteri rispetto a scelte governative. Questo – precisa Tupputi – però non mi esonererà dal chiedere al Presidente Emiliano, neo eletto vice presidente della Conferenza Stato Regioni, di farsi promotore di eventuali iniziative in merito ad un alleggerimento delle misure restrittive, qualora si certificasse un significativo rallentamento della diffusione del virus».

«Ricordo inoltre che la Regione Puglia, nella scorsa estate – ricorda Tupputi – ha prima di altre potuto allentare autonomamente le restrizioni governative consentendo anzitempo la riapertura di numerose attività quali, parrucchieri, barbieri, centri estetici, lidi, discoteche e quant’altro, forte di miglioramenti significativi dei contagi, dimostrando coraggio in tal senso. Oggi, al contrario, è impossibile per le regioni assumere autonomamente decisioni che prevedano alleggerimenti delle disposizioni del DPCM. Di rimando invito Cannito ad evitare di fomentare, incomprensibilmente, l’odio sociale scaricando responsabilità nei confronti di chi al momento, come l’organo regionale, ha le mani legate, e al contrario pensi ad amministrare una città che oggi più che mai ha bisogno di risposte concrete e non di scusanti generiche e scaricabarili».