«La Segreteria Provinciale Bat della Confesercenti, condanna fortemente le dichiarazioni del consigliere comunale di Barletta Flavio Basile fatte nell’ultimo consiglio comunale». Intervengono così Palmino Canfora (presidente provinciale), Francesco Petruzzelli (presidente comunale Barletta), Tommy Leonetti (presidente comunale Andria), Di Toma Gianfranco (presidente comunale Trani).

«Queste gravissime affermazioni – spiegano – fatte da un consigliere comunale che rappresenta la città di Barletta, medaglia d’oro al Valor Militare e medaglia d’oro al Valore Civile, città madre dei fratelli Ventrella, riaprono ferite storiche e ci lasciano basiti. Non si tratta di garantire la libertà di opinione, quella la hanno conquistata con la vita i partigiani, poiché come ci ha insegnato Sandro Pertini, partigiano e Presidente della Repubblica, il fascismo non è una opinione come le altre, dunque legittima, ma un crimine, pertanto, un qualcosa di illegittimo e di contrario allo spirito e alle ragioni fondative della nostra Repubblica e della Carta Costituzionale su cui essa si regge.

Ancora più sorprendente che durante i lavori del Consiglio comunale non sia intervenuto il garante del buon andamento dei lavori, il Presidente del Consiglio, a censurare simili affermazioni, e lo stesso Sindaco. Non si può restare in silenzio difronte agli apologeti del fascismo. Ricordiamo che il Sindaco Cannito ha conferito al consigliere Flavio Basile un incarico di collaborazione nel Settore Produttivo e dei Servizi per promuovere la attivazione di strumenti organizzativi in grado di favorire l’interlocuzione e il dialogo con le associazioni di categoria, per lo studio di politiche e di attività che siano di impulso per l’imprenditoria e per il commercio locali.

La Confesercenti provinciale BAT e la delegazione di Barletta dichiarano la propria indisponibilità a collaborare con gli apologeti del fascismo e invita il Sindaco a ritirare la suddetta delega al consigliere Basile. Invieremo al consigliere comunale di Barletta una copia di “Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana” sì da poter approfondire meglio le sue conoscenze su quello che ha fatto il fascismo nel nostro Paese».