«L’idea di un cantiere rimanda a qualcosa in fase di costruzione. Qualcosa di nuovo che giorno dopo giorno prende forma, a beneficio della collettività», questa la presentazione del nuovo gruppo consiliare “Cantiere Barletta”, nato nei giorni scorsi dal gruppo di consiglieri ‘dissidenti’ dal sindaco Cannito e che non fanno più parte della sua maggioranza. Questi ieri si sono presentati in conferenza stampa per esplicitare la loro critica posizione nei confronti del Primo cittadino. Presenti anche gli assessori dimessisi Ruggiero Passero e Marianna Salvemini.

«Da qui nasce “Cantiere Barletta”. Dalla volontà di ripartire e ricostruire qualcosa di propositivo per il futuro della città. Abbiamo creduto in questa amministrazione: se oggi Cosimo Cannito è il sindaco di Barletta, la responsabilità è anche nostra. Sin dall’inizio abbiamo speso tutte le nostre energie mettendo in campo le forze migliori per sostenere un progetto politico che, ora, non può più nemmeno essere definito tale – e ancora hanno proseguito nella lettura del documento da parte di Adelaide Spinazzola, rappresentando i presenti cioè Massimo Spinazzola, Luigi Dimonte e Pino Rizzi – non solo la nostra fiducia è stata tradita, ma – cosa ancor più grave – anche quella che i cittadini hanno riposto in noi».

Non le mandano a dire, anche se appare ormai un’inutile battibecco quello dei comunicati da entrambe le parti «Noi riteniamo che amministrare una città significhi innanzitutto rispettarla. Partendo dalle persone. Essere parte di una maggioranza vuol dire essere coinvolti, condividere decisioni, valutarne le conseguenze e impegnarsi insieme giorno dopo giorno. Invece, il sindaco ha deciso di escluderci, ritenendo di poter guidare Barletta autonomamente. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: decoro della città fortemente compromesso e cantieri fermi, solo per citare qualche esempio. Anche sul fronte dell’urbanistica, un settore particolarmente delicato nella nostra città, la cui delega assessorile continua a essere trattenuta dal sindaco, Barletta è in preda allo sbando. Manca una visione programmatica. Ecco perché abbiamo deciso di dire basta». Un riferimento anche “all’appoggio esterno” che era stato garantito in un documento della settimana scorsa dagli stessi consiglieri ma non è stato rispettato in sede consiliare sul Rendicon«Quei rancori esternati e quell’arroganza da parte del sindaco e di coloro che dicono di sostenerlo hanno rappresentato per noi un punto di non ritorno. Per questo, riteniamo che non ci siano più nemmeno i presupposti per un eventuale supporto esterno, bensì la necessità di portare avanti un’opposizione decisa e coerente». Si dicono opposizione libera ormai, che non ha bisogno di poltrone o visibilitá politica: «Cannito non è un bravo sindaco».

«Il sindaco ha usato il termine “questuanti”, ma forse non si è ancora reso conto che a difendere strenuamente un ruolo a Palazzo di Città è proprio lui, abusando della sua posizione. […] Non siamo più disposti a subire umiliazioni e ascoltare menzogne». Respinta anche l’ipotesi di una candidatura a sindaco già pronta per le eventuali elezioni: «L’ipotesi delle elezioni anticipate è solo l’alibi che il sindaco utilizza abitualmente quando si trova in difficoltà, attribuendo le sue mancanze agli altri e tentando di mettere insieme i cocci di una coalizione ormai in frantumi».

Insomma, parole pesanti, toni accesi, che non lasciano certo spazio all’ottimismo che aleggia in alcuni consiglieri comunali vicini a Cannito. I cocci ormai sono sul tavolo e sará difficile ricomporli, a questo si è aggiunta la dichiarazione ancor piú pesante del presidente del Consiglio comunale, Sabino Dicataldo, anche lui presente nella conferenza stampa di ieri e che giá aveva intrattenuto un breve scontro verbale con Cannito durante lo scorso Consiglio comunale: «Non si dovrebbe mai arrivare agli insulti o, peggio ancora, alle subdole insinuazioni. Invece è stato questo lo scenario al quale i cittadini hanno dovuto assistere durante la scorsa seduta del Consiglio Comunale. In una sede istituzionale si devono adottare degli atteggiamenti consoni. Il Sindaco Cannito invece, si è mostrato per quello che è realmente solo dopo l’approvazione del Bilancio consuntivo, resa possibile grazie ad un voto favorevele in piú, lanciandosi in un’aggressione verbale inaudita. Ma non sono tanto i toni sopra le righe ad indignarmi, quanto invece l’essere stato oggetto di gravi insinuazioni, come quella relativa ad una mia presunta volontà di smembrare il Global Service della Bar.s.a. Mi ha puntato il dito contro e, per ottenere un momento di gloria, non ha esitato a gettare fango sulla mia persona e sulla mia attività imprenditoriale – e ancora ha proseguito Dicataldo – per questo rimando le accuse al mittente, facendo inoltre notare quanto sia stata fuori luogo anche la reazione del Sindaco al mio voto contrario, minacciando una mozione di sfiducia nei miei confronti. Tengo a precisare che, in qualità di Consigliere comunale, la mia posizione non è assolutamente in contrasto con il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale. Il Sindaco ha tradito la mia fiducia e anche quella della città».

Non potranno mancare le azioni conseguenti a queste parole e a tale situazione politica: la maggioranza Cannito o la trova in altre forze politiche finora all’opposizione oppure non c’è alternativa che dimettersi, pur consci della particolarità del momento in cui la città dovrà gestire i finanziamenti per 43,5 milioni euro del PNRR.