Siamo lieti dell’ottima notizia, confermata dal Sindaco con un ufficiale comunicato stampa del Comune, che finalmente la Giunta ha approvato il PEBA (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche); questo, dopo un periodo per le osservazioni, dovrà essere approvato in Consiglio comunale.

Ottimo raggiungimento, visto che non sono molti i comuni che già si sono dotati di questo importante strumento. Tuttavia, è necessario tornare a sollevare le questioni che riguardano proprio i disabili, e non solo, in questa città. Da troppo tempo ormai, con diverse Amministrazioni comunali, portiamo avanti un discorso che potremmo definire di civiltà, di progresso, di buon costume, ma che semplicemente definiamo, come abbiamo fatto finora, di legalità. In effetti gli strumenti legislativi, da noi spesso elencati, non mancano, ma alla città è parso difficile in tanti anni adeguarsi a quegli standard europei di accessibilità, cui addirittura le prossime Giornate Europee del Patrimonio si legano fortemente proprio quest’anno. Non basterà qualche rampa in più ai marciapiedi più in vista, magari nel centro cittadino. Credo che il sentimento dei cittadini non sia più disposto ad essere illuso sul tema.

Abbiamo per tanti anni sollevato la questione, esemplificativa, della inaccessibilità del Castello di Barletta in molte delle sue aree, come il Museo civico che sorge al primo piano di una ripida scalinata, come la sala lettura della biblioteca comunale, come il godimento della vista della città dai bastioni; come anche l’accesso ai bellissimi sotterranei, da tempo spazio di interessanti mostre, per cui si sono cercate soluzioni di volta in volta che tuttavia non sono mai riuscite nell’obiettivo, creando anche “incresciose” difficoltà. Come detto più volte, l’unica soluzione per quel luogo è un unico ascensore, come del resto risulterebbe da un progetto già esistente e conservato nei cassetti del Comune. Il sindaco Cannito, in prima persona durante la campagna elettorale, aveva garantito un suo rapido e personale interessamento alla questione.

Troppo tempo sta passando per poter utilizzare gli ascensori per il sottopassaggio di via Milano, pronti a inizio mese ma che necessitavano di ultimi passaggi. Li si è comunque in ritardo rispetto all’apertura, questione che meriterebbe una riflessione più ampia sulle opportunità. Diciamo che le lungaggini burocratiche fanno parte del sistema, e pare che anche queste si siano messe contro i disabili. È chiaro che le problematiche relative alle barriere architettoniche non potranno essere unicamente risolte da un Piano, peraltro raggiunto grazie all’attivo impegno di un’associazione di volontariato, ma scontano l’inevitabile incremento dell’ineducazione e della superficialità di molti, che ancora “ci metto solo un minuto…” Per poi parcheggiare davanti alle rampe dei marciapiedi, mai sufficienti, o negli spazi “riservati” ai disabili.

Anche questo fa parte del discorso riguardante la dilagante inciviltà nell’ultimo periodo, questione da molti cittadini affrontata sui social network negli ultimi giorni, che oserei definire “di ritorno”. Della serie le Istituzioni diano il buon esempio, nel rispetto della legge, nei controlli.