Stava scontando una condanna in carcere per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Ad ucciderlo sarebbe stato un improvviso arresto cardiocircolatorio, ma a sciogliere ogni dubbio sulle reali cause del decesso sarà l’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni.

La Procura di Trani ha aperto un fascicolo d’inchiesta sul caso di Fedele Bizzoca, 41 anni, detenuto barlettano morto in cella, ieri pomeriggio, nella casa circondariale di Trani.

In base a quanto emerso, l’uomo era da tempo gravemente malato, affetto da una grave patologia psico-fisica, e le sue condizioni di salute, secondo i medici che lo avevano visitato, non sarebbero state compatibili con il regime carcerario.

In più di un’occasione, trapela da fonti carcerarie, la direzione del penitenziario avrebbe fatto presente alle autorità preposte la difficile situazione del detenuto, ma tuttavia non era stato possibile trovare una struttura idonea a curare la patologia del 41enne, che era così rimasto in carcere in attesa di una migliore collocazione.

Della questione si è interessato anche il Garante Nazionale dei Diritti delle Persone Private della Libertà Personale che, rivolgendosi all’amministrazione carceraria e alle autorità giudiziarie, in una nota, chiede che venga fatta chiarezza sulla morte del detenuto.

Il Garante – è specificato nel comunicato – aveva incontrato personalmente l’uomo in carcere, nel luglio scorso, su segnalazione del difensore e della Garante del Comune di Trani, Elisabetta de Robertis, riscontrando l’assoluta inadeguatezza della sua collocazione.

Il detenuto – è riportato nella nota – era in attesa di entrare in una Residenza socio-sanitaria, della quale era stata accertata la disponibilità dal mese di luglio: un’attesa determinata dalla ricerca di qualcuno che potesse far fronte al pagamento della retta.