Ho sempre dipinto con il cuore per esprimere e trasmettere emozioni ed amore”. Si accende l’entusiasmo e i ricordi si accavallano. La pittrice barlettana Maria Picardi Coliac, in occasione del suo compleanno, descrive il suo percorso artistico, narrando il cammino di una bambina e poi di una ragazzina cresciuta presso la scuola di Vincenzo De Stefano. Lo fa con gioia, sorridendo con dolcezza alla sua pronipote Brunilde. Brunilde ha compiuto 6 anni, la sua bisnonna di primavere ne conta 95, entrambe sono settembrine.

La piccola è perfettamente a suo agio fra le opere di “Mimma”. Da sempre, familiari, nipoti, amici, la chiamano così. “Mimma” è scritto anche sulla targa che il Rotary Club di Trani ha consegnato alla pittrice lo scorso 31 agosto “per il notevolissimo contributo offerto con la sua attività artistica ai Service del Club con spirito di servizio e di amicizia”. Quello spirito di servizio e quell’amicizia sempre presenti nella vita dell’artista barlettana.

95 anni non sono uno scherzo! L’abitazione di Maria Picardi Coliac raccoglie le “sue creature”, le sue opere: una immensa produzione, una fonte inesauribile di vitalità.

Gelosamente custodisce i suoi primi dipinti, la valigetta dei colori. Nel 1943 la sua prima esposizione di quadri. Nello stesso anno, durante la guerra, la formazione a Roma presso l’Accademia delle Belle Arti e poi il trasferimento a Napoli. “Non è stato semplice” dice l’artista, evidenziando la sua forza d’animo, la determinazione e il coraggio di una giovane in un momento storico molto particolare.

Tenacia ben combinata a passione, energia, cultura a tutto tondo dettata dagli insegnamenti di Vincenzo De Stefano, di amore per la pittura di Giuseppe De Nittis.

La cifra stilistica di Maria Picardi Coliac si coniuga con le singolari tonalità dell’impressionista barlettano. Promotrice della cultura e del patrimonio paesaggistico della Puglia la pittrice più volte sulla tela ha riportato gli antichi mestieri, le tradizioni e i territori della nostra regione, dalla Capitanata al Salento.

In tempo di pandemia, nel 2020, ha esaltato la bellezza e la forza degli alberi di ulivo, simbolo di pace. Quest’anno il suo soggiorno a Castel del Monte, le ha ispirato tranquillità, e nelle sue nuove opere ecco la Murgia e la natura ai piedi del maniero federiciano.

Una vita per l’arte, per la pittura. Una produzione intensa e poetica dettata dagli affetti più puri, dal suo essere donna, moglie, madre. Paesaggi, ritratti, nudi, ballerine, maternità, tenerezze, gitani, clowns, tangheri racchiudono le emozioni del percorso di vita familiare e professionale di una artista amante della bellezza, della semplicità, pronta a valorizzare e trasformare con decorazioni varie materiali usati, simbolo di una civiltà contadina, passata e mai dimenticata.

Le emozioni e l’entusiasmo continuano a sollecitare la sua vena artistica, confessa di voler ritornare a dipingere i clowns: le mancano l’allegria, il sorriso, la vena romantica e malinconica dei clowns.