Un progetto riemerso forse proprio dalle acque, depositarie di tesori sbalorditivi, che il subacqueo ambientalista barlettano Antonio Binetti quasi quotidianamente riporta in auge dal nostro litorale. Un antico lavavetri del 1980, vecchie bottigliette per bambini dell’annata 2002, accendini (con tempi di decomposizione dai cento ai mille anni), una lattina di plastica direttamente dagli anni Novanta, addirittura un deodorante per donne BAC, arrivato “nel futuro” dagli anni Ottanta: tanti i reperti che, quarant’anni dopo la loro commercializzazione, ancora albergano nelle nostre acque indisturbati ma disturbando l’ecosistema. Sembrano esemplari di oggettistica quasi scontata, ma spesso si tende a liberarsene senza pensare ad un approccio ecosostenibile per l’ambiente. Antonio Binetti ha deciso, quindi, non solo di “riscattareil mare, da troppo tempo contaminato e deturpato, ma anche di trasformare un errore di disattenzione e incuria in informazione utile. «Sono un subacqueo ambientalista – ci spiega –  Da anni mi occupo di monitorare la costa, sia i fondali marini che le spiagge. Il mio intento è quello di portare in superficie tutti gli oggetti storici e i prodotti che giornalmente ritrovo, per poi organizzare una mostra qui a Barletta per tutti i cittadini, a ingresso gratuito, aperta alle scuole, non solo sull’archeoplastica ma anche sulla biodiversità che troviamo in mare e informare la comunità». La mostra, che Antonio auspica di poter realizzare entro settembre, ha lo scopo di sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni sul tema, utilizzando un “racconto” visivo, un iter artistico che attraverso la curiosità e il divertimento innesti nelle loro coscienze il rispetto per l’ambiente. Sul tema saranno esposti anche diversi quadri, grazie alla concertazione di artisti locali che riutilizzano gli scarti per creare vere e proprie opere d’arte, fruibili in ogni scuola della città. «Voglio mostrare questi oggetti ai bambini, sensibilizzarli e magari chissà, riuscire a cambiare qualcosa per il futuro», conclude Antonio. Se si dimentica il passato si ritorna al passato, ci ha insegnato Alberto Angela. Noi ci auguriamo invece che oggetti provenienti dal passato possano essere un monito concreto per l’avvenire.

A cura di Carol Serafino