Una scia di colore, di eleganza, di speranza, di bellezza. Un’installazione artistica intitolata “Il re è morto, lunga vita al re!” è stata presentata ieri pomeriggio, realizzata dal barlettano Bruno Palmitessa, che dirige una agenzia di allestimenti artistici che ha sede nella centralissima via Nazareth di Barletta. Il giovane re, con un lungo mantello colorato che ricorda l’allegria della maschera di Arlecchino, sarà visibile per due mesi nel foyer del Cinema Opera di Barletta, successivamente sarà ospitata a Venezia. L’elegante giovane è stato appena incoronato, ma il suo regno durerà poco. Come Arlecchino, il sovrano diventa servitore spensierato e allegro. Servitore della collettività.

Il riferimento al Carnevale è chiaro, ma non centrale nella lettura dell’opera. Come una fenice, il re muore e rinasce dalle sue ceneri, lanciando un messaggio di speranza che coincide anche con il senso estetico che l’opera vuole trasmettere.

«L’opera si ricollega al mood di portare bellezza, e la apporta a un cinema che in realtà è già molto bello di suo – precisa Bruno Palmitessa – il perché è da cercare soprattutto sul creare una nuova visibilità culturale all’interno di questa città, dove ci sono delle mancanze forti e Barletta ha sicuramente tute le potenziale per realizzare opere temporanee oppure in generale per migliorare la sua offerta culturale. L’Arlecchino non è solo una maschera ma anche un’opera e quindi lo spettacolo e quindi il cinema».

Il re lascia una scia di colori, che sono in realtà dei piccoli origami a forma di cigni reali che porteranno, dopo la sua morte, il corpo in cielo, regalando bellezza eterna. Palmitessa vuole trasmettere un augurio per il futuro, fatto di speranza, dopo un periodo particolarmente difficile, come quello che stiamo ancora vivendo, attraverso quest’immagine fortemente simbolica.

«Un doveroso ringraziamento – prosegue l’autore – va al Cinema Opera di Barletta e in special modo al suo proprietario Francesco Asselta che ha sposato da subito questo progetto e lo ha ospitato nei suoi spazi; ad Angela Seccia, la pazientissima couturière, che ha realizzato il mantello con grande professionalità; alle instancabili assistenti Annalisa Scomegna e Maria Mansi per il loro lavoro indefesso e a Fabi per i bellissimi Cigni e per aver fatto l’impossibile affinché arrivassero quasi volando; a Ginevra e a Daniela Russo con Martin Salvemini (che sono anche i miei affetti più cari) va un grazie particolare in quanto il loro sostegno è stato fondamentale per realizzare anche questo progetto. A Giuseppe che mi ascolta e mi supporta con pazienza».