Parte dal Curci di Barletta l’esordio nazionale del monologo “Il dio bambino” interpretato da Fabio Troiano, con la regia di Giorgio Gallione.

Il testo di Gaber e Luporini, in programma dall’11 al 13 marzo, costituisce un test importante per Troiano nella duplice veste di attore e coordinatore artistico per la stagione di prosa del Curci.

“Fiero e onorato di essere stato scelto da Gallione – afferma Fabio Troiano – per portare in scena un lavoro di grande contemporaneità. Il regista, un vero gaberiano, incline a una rinnovata valorizzazione della produzione dell’artista milanese, ha puntato su di me, e non posso e non devo tradire la sua fiducia. Il testo è straordinario, parla di amore. Racconta una storia che si sviluppa nell’arco di alcuni anni. Una sorta di messa a fuoco su l’Uomo per indagare in merito alla sua maturità o eterna fanciullezza. Rilevante il confronto con una donna. Solo la nascita del figlio, aiuta il protagonista a ritrovare il bandolo della matassa della sua esistenza”.

Il monologo, scritto nel 1993, è stato rappresentato per la prima volta al Piccolo di Milano, poi negli anni 2000 Eugenio Allegri lo ha degnamente interpretato con la regia di Gallione.

Il debutto nazionale a Barletta assume un rilievo specifico per il Curci. Lo spettacolo prodotto da Nidodiragno/CMC, infatti, si avvale del contributo di Comune di Barletta/Teatro Curci in collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber e Teatro Pubblico Pugliese.

“Ci tengo parecchio a questo lavoro” sottolinea Fabio Troiano che in passato ha calcato il palcoscenico del teatro barlettano con “Lampedusa” e “Studio su Eracle” entrambi diretti da Gianpiero Borgia e “La camera azzurra” con la regia di Serena Sinigaglia.

Prove meticolose in questi giorni al Curci per rendere perfetto lo spettacolo. “L’impianto luci è fenomenale, abbraccia una scenografia minimale, molto semplice, ma armonica ed equilibrata per il testo leggero e al tempo stesso cinico e commovente, risultante della originale e singolare comunicazione targata Giorgio Gaber, passato alla storia della cultura italiana con il teatro canzone e il teatro evocazione”.

Il monologo, ambientato in un metaforico locale di disfacimento, tra fiori calpestati e bottiglie semivuote, per simulare quasi una festa finita male, è scandito da alcuni brani di Gaber che trasportano il pubblico nella narrazione della storia. Le scene e i costumi sono di Lorenza Gioberti, il disegno luci di Aldo Mantovani, le foto di scena Likeabee, Roberta Sodomaco si occupa dell’ufficio stampa.

Controcorrente per natura, Giorgio Gaber è andato via troppo presto. Hanno fatto scuola il suo genere espressivo, le sue sperimentazioni, i suoi nuovi percorsi in tema di empatia e il suo spirito critico contro ogni forma di omologazione e condizionamento.

“Un personaggio intellettualmente dissacrante che nei suoi testi ha radiografato una realtà scomoda, sempre attuale. Gaber non si discute. Abbiamo ancora tanto da imparare da lui” conclude Fabio Troiano.

“Il dio bambino” dopo Barletta, sarà a Mesagne (15 marzo), Galatina (16 marzo), Mola di Bari (17 marzo). Poi la tournée proseguirà per il resto d’Italia e si concluderà in Veneto.