Da circa due anni il Presidio “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” di Barletta ha chiuso i battenti. Francesco Pacini, referente di Trani, ha ben pensato insieme al suo gruppo di volontari di scegliere la città della Disfida per organizzare la presentazione del nuovo libro di Giovanni Impastato intitolato “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino”.

“I recenti fatti di cronaca nera avvenuti a Barletta, dall’omicidio di Claudio Lasala alla scomparsa di Michele Cilli, sono un campanello d’allarme – dice Pacini – per l’intero territorio della BAT, più volte chiamato in causa dal Procuratore di Trani Renato Nitti, per l’acuirsi della criminalità. Il nostro obiettivo è quello di riaffermare la presenza di Libera a Barletta, di creare una rete provinciale, rafforzare Andria e Bisceglie e creare i presidi a Canosa e Margherita”.

Un impegno virtuoso da realizzare a Barletta in perfetta armonia con l’Azione Cattolica Diocesana, in particolare con il progetto Semi di Legalità per sollecitare un processo di riflessione all’interno delle scuole e delle parrocchie utilizzando anche lo strumento del Patto educativo della BAT, promosso e sottoscritto dal Prefetto, dai Vescovi delle Diocesi di Trani e Andria e dal Presidente della Provincia.

“C’è bisogno di legalità per abbattere i muri dell’omertà e lanciare segnali culturali positivi”. Lo afferma Giovanni Impastato nel corso dell’incontro tenutosi presso la Sala Rossa del Castello, patrocinato dal Comune di Barletta e in collaborazione con le Edizioni Mama Dunia e la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato di Cinisi, rappresentato da Antonio Fanelli.

“Mio fratello. Tutta una vita con Peppino” è un racconto molto intimo ricco di particolari inediti della famiglia Impastato, dove nasce Peppino, e cinque anni più tardi anche Giovanni, dopo che un altro fratello che portava lo stesso nome era morto ancora piccolissimo.

“Molte cose non volevo descriverle – sostiene l’autore – poi ho deciso che di mio fratello si deve sapere tutto. Di qui la dovizia di tante storielle legate al nostro vissuto. La figura di zio Matteo che odiava la mafia e che ha esercitato un fascino singolare sulla personalità di Peppino. È qui, nella nostra famiglia che si sviluppa la vicenda rivoluzionaria, drammatica, coraggiosa e libera di un giovane destinato a diventare il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia”.

Peppino impastato fu ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978 a Cinisi, lo stesso giorno in cui a Roma fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro.

Il giovane siciliano era considerato un terrorista per la sua militanza nell’estrema sinistra e per le sue battaglie civili e sociali.

“Cosa Nostra ha innescato la montatura del suicidio, ha pensato di ucciderlo in quel modo e anche le Istituzioni e lo Stato – narra Giovanni Impastato – non ci hanno aiutato. Eravamo soli. Mia madre Felicia, testarda più che mai ha anche cacciato i nostri parenti mafiosi che cercavano vendetta. Si è rivolta alla giustizia, ha incontrato i vari Chinnici, Falcone, Borsellino, tutti morti, e anche loro alla ricerca della verità. Il clima di omertà lo abbiamo respirato anche noi per anni, ma la mafia non è imbattibile. I presidi di legalità e le attività culturali e sociali a livello preventivo sono fondamentali. Il libro vuole comunicare messaggi di fiducia e speranza”.

Sulla necessità di ricostituire il Presidio barlettano di Libera si sofferma nel corso dell’incontro, moderato da Giuseppe Di Bisceglie, anche Francesco Alecci Commissario Straordinario del Comune di Barletta.

Il 21 marzo, Giornata Nazionale della Memoria dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, a Trani, in mattinata, Libera incontrerà la Media Bovio e l’Istituto Superiore Cosmai, per poi trasferirsi nella villa Comunale per onorare le vittime di mafia. Nel pomeriggio in collaborazione con il circolo Dino Risi, in programma un cineforum con la proiezione gratuita del film “Tre fratelli” di Francesco Rosi.