Antonio Pepe nasce il 2 agosto del 1921 a Barletta. Trasferitosi insieme alla famiglia a Torino, qui si iscrive fin da giovane al circolo GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) «Auxilium» della parrocchia di Maria Ausiliatrice.
Dopo essere chiamato alle armi presso il distretto militare di Torino, arriva la notizia della caduta del regime fascista e a ridosso dell’armistizio dell’8 settembre 1943, Antonio,ventiduenne, decide di lasciare il proprio reparto per entrare tra le fila della resistenza nelle valli di Lanzo, dove i primi gruppi partigiani, di matrice operaia, si stanno formando e sono composti da militari del disciolto esercito, che si stringono attorno a figure carismatiche della zona, per la maggior parte alpini, la cui ottima conoscenza del territorio costituisce un punto di forza della lotta partigiana.
Antonio entra in contatto con i responsabili di queste prime formazioni partigiane e dal 17 settembre 1943 – col nome di battaglia «Toni» – entra a far parte della formazione autonoma garibaldina «Val di Lanzo», comandata dal sottotenente degli alpini Ettore Ruocco, uno dei primi organizzatori della resistenza in Piemonte e futura medaglia d’Oro Valor Militare.
Il 9 ottobre del 1943 la Valle di Lanzo, dove opera l’unità partigiana del giovane Antonio, è investita da una vasta operazione di rastrellamento da parte delle forze nazifasciste, per fermare il movimento partigiano locale. Violenti rastrellamenti nazifascisti colpiscono i paesi delle valli, nel tentativo di dissuadere la popolazione dall’appoggiare i gruppi partigiani. Il gruppo in cui militava Antonio Pepe, senza una solida organizzazione, non è in grado fronteggiare le truppe nazifasciste, preferendo sfuggire.
La cattura di Antonio Pepe
Nel tentativo di fuga, il gruppo partigiano è intercettato e attaccato da un reparto tedesco, guidato sul posto dalle informazioni di un delatore. Gran parte dei partigiani vengono catturati e Antonio viene raggiunto e preso mentre tenta di nascondersi insieme a due compagni in una baita nei dintorni del paese di Ceres (To), dove è fucilato sul posto da una pattuglia nazisti. Gli abitanti di Ceres sono minacciati di rappresaglia e salvati solo dall’intervento del vicario vescovile.
Anche Ludovico Pepe, fratello di Antonio, nato nel 1923, di professione panettiere, sceglie la lotta partigiana, militando nelle brigate “Giustizia e Libertà” col nome di battaglia “Vico e Marino”, combattendo dall’11 settembre 1943 fino all’8 giugno 1945, fino a quando fu ferito durante un combattimento.
A cura di Tommaso Francavilla
Si ringrazia il prof. Roberto Tarantino, presidente onorario del Comitato Provinciale Anpi Bat “A. Mascherini e F. Gammarota”.
A seguire, pubblichiamo gli elenchi dei partigiani e soldati barlettani caduti e dispersi durante la guerra di liberazione.
militari e partigiani barlettani