Il consigliere regionale Pd Ruggiero Mennea

Chiarisce le proprie posizioni il consigliere regionale del Partito democratico in seguito alle perplessità espresse in queste settimane nei confronti del proprio partito d’appartenenza. Lo abbiamo incontrato in un’intervista in cui non abbandona le proprie posizioni.

In cosa il PD barlettano (e dunque anche quello regionale) sta sbagliando nelle scelte per le prossime Amministrative, secondo lei?
«Il PD regionale è attualmente, purtroppo, senza una guida. Il Segretario uscente si è contraddistinto per essere sempre stato supino nei confronti del Governatore Emiliano, che persegue il lo scopo di rafforzare le liste civiche che fanno riferimento a lui, e che in molti comuni pugliesi sono coalizzate indifferentemente con i partiti del centrosinistra e del centrodestra, a seconda delle convenienze. Barletta è stata terreno fertile in questo senso perché a tale disegno si è aggiunto uno tutto locale incentrato su interessi di parte coincidenti tra una parte del gruppo dirigente del PD e una serie di soggetti provenienti dalla maggioranza dell’Amministrazione Cannito. Il PD locale sbaglia non solo perché sconfessa clamorosamente la linea politica nazionale, ma anche perché dimostra di prediligere metodi e alleati che nulla hanno a che fare con la salvaguardia degli interessi di Barletta e dei suoi cittadini».

Perché no Santa Scommegna come candidato sindaco per il centrosinistra? Come si dovrebbe giungere alla scelta di un nome condiviso, visto che neanche i confini della coalizione lo sono?
«Non è mia intenzione dare giudizi su Santa Scommegna, ma è evidente che la coalizione che il PD ha voluto costruire non è una coalizione del campo largo di centrosinistra, progressista, riformista e ambientalista, ma una coalizione spuria, senz’anima, e un candidato Sindaco che rappresenta questi soggetti politici non può essere un candidato Sindaco ideale per far ripartire e far crescere la nostra città. Il PD deve tornare nel suo naturale alveo, riprendere un percorso comune con le forze di opposizione all’Amministrazione Cannito e accogliere quelle ulteriori forze politiche sane con cui condividere un programma di governo per rilanciare Barletta e scegliere in modo democratico il miglior candidato Sindaco che possa attuarlo».

Primarie: lei è stato il primo a chiederle, a quanto pare poco ascoltato. Anche il cosiddetto “Terzo polo” (con M5S e Coalizione Civica) si era detto disponibile: ora non è troppo tardi?
«Ho chiesto le primarie, non solo perché lo Statuto del PD lo impone ma anche e soprattutto perché coinvolgere gli elettori del centrosinistra nella scelta del candidato Sindaco è il modo più democratico per selezionare le migliori personalità politiche. Io sono un esponente ed un eletto del PD e tale resterò, ma questo non mi impedisce di tentare di arginare la deriva del PD barlettano».

Lei dice che «Il PD di Barletta non rispetta la linea politica nazionale», poiché non starebbe costruendo un “campo largo progressista”, come auspicato dal segretario Enrico Letta, e il PD di Barletta «Non potrà usare il simbolo». Come intende perseguire questa strada ?
«Cercherò di farlo in ogni modo che mi è consentito, perché credo fermamente nei valori per cui il PD è nato e credo che il Segretario nazionale sarà coerente con le posizioni che ha già assunto in merito alla vicenda barlettana, anche negando l’utilizzo del simbolo se il PD locale non abbandonerà il percorso suicida intrapreso».