Per iniziare la carrellata dei candidati Sindaco a Barletta nelle prossime Elezioni amministrative del 12 giugno, abbiamo incontrato Santa Scommegna, che si presenta con una coalizione a trazione Partito Democratico (e con le liste civiche Con Emiliano, Riformisti-Progressisti, Puglia Popolare, Emiliano Sindaco di Puglia, Senso Civico, Cantiere Barletta, Buona Politica).

La candidata di Emiliano: le sarebbe piaciuto un sostegno più ampio a sinistra, oltre al Partito Democratico (pur nelle sue polemiche interne) e alle liste civiche, alcune delle quali con riferimenti anche alla storia del centrodestra?
«Innanzitutto io non sono la candidata di Emiliano. Il Governatore ha condiviso la scelta del PD e di alcune liste civiche che fanno riferimento espressamente a lui, presenti in Consiglio regionale. E quindi sostenuta da Emiliano, perché ha condiviso che la mia candidatura potrebbe far vincere questa coalizione. Per quanto riguarda invece l’allargamento e l’apertura, io non mi sono sottratta in questi giorni alla richiesta d’allargamento: ho proposto di incontrarci sui temi su cui costruire l’alleanza, con Sinistra Italiana, Coalizione Civica di discutere su punti di contatto. Poi io rispetto le decisioni. Rispetto anche quello che hanno deciso riguardo alle Primarie. Non condivido quando si attaccano le persone senza sapere nemmeno quali sono le proposte di governo. Io mi sono trovata ad avere attacchi personali senza prima essermi espressa su come intendo governare la città, su quali temi fondare l’alleanza di governo e il metodo e come tenere insieme questa coalizione: metto a disposizione la mia esperienza di coordinamento e di gestione di gruppi complessi ed articolati. Certo la politica è un’altra cosa, però ci proverò».

Il suo principale impegno si è svolto per la Cultura e il Turismo: quale strada la città deve percorrere per poter realizzare questi obiettivi che già il sindaco Salerno, con cui lei ha avuto modo di collaborare, ha iniziato a perseguire?
«Sicuramente il turismo e la cultura sono il volano fondamentale dell’economia di questa città, anche se Barletta fortunatamente si esprime anche in altri ambiti economici. Noi non dobbiamo inventarci nulla, dobbiamo soltanto creare le condizioni per cui questa identità emerga in maniera preponderante e mettere a disposizione gli strumenti perché questo accada. Abbiamo un patrimonio turistico-culturale inestimabile, apprezzato da tutti coloro che lo visitano, anche se questo patrimonio ha bisogno di cura. In questi ultimi tempi, non si sono fatti interventi di manutenzione tali da garantirne anche l’integrità: mi riferisco a interventi sul Teatro, su Palazzo della Marra, sul Castello, l’abbattimento delle barriere architettoniche. Un patrimonio non è per sempre, va anche conservato bene, va anche valorizzato. Non possiamo promuovere turismo avendo problemi di viabilità, di accessibilità, di decoro urbano, con litoranee non adeguate ad un turismo di qualità. Noi dobbiamo proporre la città come prodotto turistico, ma dobbiamo proporne uno adeguato. Se vogliamo entrare nei circuiti di Puglia Promozione, che è l’agenzia che promuove la Regione in tutto il mondo, con la quale ho anche collaborato e dalla quale ho imparato che bisogna avere soprattutto in mente una strategia per un prodotto di qualità».

Non si è concluso bene il rapporto di “fiducia professionale” con l’ex sindaco, attuale suo competitor, Cannito: quali sono stati i principali errori commessi dalla passata Amministrazione? Pensa di riuscire ad evitarli?
«Per quanto riguarda i rapporti professionali, non ho mai avuto problemi con il dott. Cannito. Il mio rapporto è sempre stato corretto, non mi sono mai sottratta ai miei impegni istituzionali di dirigente, ho sempre avuto rispetto del mio ruolo e del ruolo altrui. È mancata una politica dell’organizzazione del personale adeguata alle esigenze della città. Abbiamo una macchina organizzativa che è quasi al collasso e che va messa immediatamente nelle condizioni di lavorare, in funzione anche di questi grandi obiettivi a cui siamo chiamati a rispondere: il PNRR è una sfida incredibile, arrivano risorse che probabilmente rivedremo chissà quando, su interventi strategici, e noi non siamo arrivati pronti a questo appuntamento. I dipendenti, i colleghi dirigenti, faticano a star dietro alla pubblicazione dei bandi e laddove siamo stati destinatari di finanziamento abbiamo rischiato in molti casi di perderli e abbiamo dovuto con affanno rincorrerli. E poi anche il clima, non si cercano continuamente scontri nelle organizzazioni complesse, vanno risolti i conflitti, vanno affrontati e va creato anche un clima organizzativo necessario per poter lavorare bene».

Lunga la sua permanenza a Palazzo di Città: prima come politico e poi dirigente. Un aggettivo per descrivere l’impegno delle passate amministrazioni (Fiore come consigliere, Dimiccoli, Salerno, Maffei, Cascella, Cannito).
«Fiore è stata un’amministrazione ingabbiata dai limiti del vecchio ordinamento, è stato il ’97 l’anno di svolta in cui le riforme Bassanini hanno in qualche modo sbloccato quelli che erano una serie di vincoli che bloccavano l’azione amministrativa. Nonostante un profilo molto alto del sindaco Fiore e della sua Giunta, questi meccanismi e questi vincoli ne hanno determinato le sorti. Dimiccoli, generoso; Salerno, strategico; Maffei, di transizione; Cascella, molto istituzionale; Cannito, approssimativo».

Tema disabilità e barriere architettoniche: su questo è importante esserci, impegni concreti a tutto campo. Cosa pensa della figura, ormai prevista dalla legge nelle istituzioni, del disability manager? Nostra battaglia da tanti anni, la realizzazione di un ascensore all’interno del Castello per consentire a tutti di raggiungere il Museo civico, le sale lettura della biblioteca, i sotterranei.
«Sul tema dell’abbattimento delle barriere, si debba prevedere una figura che abbia una competenza alta, con un approccio sistematico, perché molto spesso si ritiene che l’abbattimento sia prevedere uno scivolo e invece no. C’è bisogno di affrontare la problematica in maniera complessa e deve essere fatto da un esperto con un monitoraggio dei limiti che tutta la città ha. Mi sono già fatta promotrice della possibilità di incominciare ad abbattere le barriere in tutti i beni culturali, anche nel Teatro per migliorarne la fruibilità. Nel Castello si può pensare di utilizzare le fessure già esistenti. Stiamo valutando in questo senso, con la Sovrintendenza. Adesso bisogna affidare l’incarico a tecnici specializzati. Non è difficile, è un problema di sensibilità. Anche l’accessibilità degli immobili e dei beni culturali è uno standard richiesto per il riconoscimento museale col bollino di accessibilità: palazzo della Marra perché è il bene culturale maggiormente fruito? Perché è accessibile a tutti. Non è solo una questione di disabilità: noi non pensiamo mai agli anziani, non pensiamo mai alle mamme con i passeggini. Certo che prenderò questo impegno».

Fronte-mare e cantieri aperti finora: quale strategia di sviluppo per la città?
«Per quanto riguarda i cantieri, quello principale da monitorare è quello di via Andria, bisognerà subito capire come mai c’è quella lentezza nell’esecuzione dei lavori. È un’opera strategica legata all’attuazione di un Piano Urbano di Mobilità Sostenibile che va avviato in questa città. Gli altri cantieri sono legati alla banda larga, e su quello c’è una forte critica da sollevare sul perché non è stato adeguatamente organizzato un servizio di controllo sulle imprese che stanno eseguendo i lavori: la città è sventrata in ogni dove. Bisognerà intervenire subito sulle strade a maggiore percorrenza, come via Paolo Ricci, via Regina Margherita, via Barberini, via Madonna della Croce.
Adesso, bisogna allineare l’attività del Comune al PNRR, quindi lavorare sull’efficientamento energetico, sull’abbattimento delle barriere architettoniche, sulla digitalizzazione dei servizi, migliorando i rapporti tra il cittadino e i servizi pubblici. Una spinta è arrivata durante il lockdown, e per fortuna le amministrazioni si sono dovute adeguare immediatamente. Non siamo una città digitale, non siamo ancora una città spinta verso l’innovazione».