1700 chilometri, 68 tappe per un lungo viaggio da Monaco di Baviera a Barletta da sostenere da maggio(con partenza fissata al 6 ndr) a luglio. Una lodevole iniziativa, quella di Pasquale Caputo, 73enne barlettano che ha deciso di ripercorrere le orme di suo padre, Francesco, internato militare italiano nella Seconda Guerra Mondiale, che percorse quel lungo e tortuoso percorso proprio tra il maggio e il luglio del 1945.

La vita del padre di Pasquale cambiò due anni prima, quando, nei giorni immediatamente successivi all’armistizio dell’8 settembre del 1943, soldati e ufficiali italiani vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere per il neonato stato fantoccio e collaborazionista della Repubblica Sociale Italiana o, in caso contrario, essere deportati nei campi di concentramento. Tra i 600mila che decisero di opporsi all’adesione alla RSI, che la storia consegnerà con il nome di IMI(Internati Militari Italiani), ci fu Francesco Caputo che, attraverso quell’infinita tratta da Monaco a Barletta, poté riassaporare la libertà.

A due giorni dalla partenza per la Baviera, è intervenuto nella conferenza stampa intitolata ”Sulle orme di mio padre” e tenuta presso la sala conferenze del Polo Universitario ”Dimiccoli”, il figlio Pasquale:  ”Un’idea-esordisce-che parte da molto lontano, precisamente dalla grande nevicata del 1956. Avevo sette anni e mio padre ne parlò per la prima volta con un mio zio materno che era reduce dall’occupazione italiana in Albania. Fu la prima e, preciso, unica volta. Assimilai tutte le notizie e decisi di portarmele addosso per 66 anni. Adesso che sono riuscito a combinare tutti e tre i fattori che possono permettermi di farlo: salute, tempo e un po’ di soldini, ho pensato che fosse arrivato il momento per ripercorrere letteralmente quello che ha fatto mio padre. Devo ringraziare gli amici della Barletta Sportiva che mi hanno supportato, è grazie a loro che sono riuscito a programmare questo viaggio. Mai avrei pensato che un giorno sarebbe poi diventato di attualità, considerando i larghi spostamenti che coinvolgono purtroppo giornalmente i cittadini ucraini in Europa. Questo mio cammino non è quindi solo un omaggio a mio padre e agli internati, ma è anche un modo per essere vicino a chi adesso sta rivivendo, nell’Europa, le stesse cose. Mio padre è stato internato per due anni, è stato sicuramente provato dal lungo viaggio e dalla prigionia nel campo di concentramento, ma non ha mai perso la dignità. So cosa significa essere sulla strada, ho fatto tanti percorsi, ma mi ritengo fortunato. Partirò con uno zaino, c’è chi non ha potuto farlo e non può farlo”.

Parole d’orgoglio che arrivano dalla direttrice generale ASL Bt, Tiziana Dimatteo, presente alla conferenza a cui hanno partecipato anche il direttore sanitario Asl Bt Alessandro Scelzi, il direttore generale AReSS Puglia Giovanni Gorgoni, il direttore del Distretto socio-sanitario Trani-Bisceglie Aldo Leo, il medico dello sport  Angelo Fracchiolla e il presidente UISP Barletta Enzo Cascella. ”Oggi raccontiamo una bella storia-commenta- quella di Pasquale, che ha deciso di ripercorrere le orme del padre. Partirà tra due giorni da Barletta per arrivare a Monza e poi farà diverse tappe. Noi parteciperemo perché, nel corso del viaggio, Pasquale Caputo utilizzerà degli strumenti all’avanguardia di telemedicina, messi a disposizione dall’Avis Puglia. Inoltre voglio ricordare che lui è il testimonial dell’iniziativa Gatekepper, progetto di educazione sanitaria che coinvolge tutti gli over 55 della Bat per diffondere corretti stili di vita attraverso l’uso di un’app. ”. Nel segno del ricordo di papà Francesco con un pensiero ai recenti fatti di attualità: l’insegnamento di Pasquale Caputo a tutta la comunità.

A cura di Giacomo Colaprice