Sono state approvate dalla Giunta regionale le schede progettuali di quattro dei tredici interventi previsti nell’accordo di programma per l’adozione di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nella Regione Puglia. Si tratta di interventi oggetto di finanziamento ministeriale per un ammontare 4 milioni di euro e ripartiti in base ad una interlocuzione con le amministrazioni territoriali in cui l’immediata canteriabilità ed il critico contesto immissivo hanno orientato gli indirizzi di intervento.

“Sono già stanziati per la Puglia ulteriori 25 Milioni di Euro che verranno successivamente ripartiti ed investiti in aree critiche dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico – dichiara l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia – in un’ottica di equilibrio complessivo di risorse da riversare su tutto il territorio regionale considerando anche altre fonti di finanziamento già strutturate, in modo da non lasciare indietro nessun pezzo di Puglia sofferente.”

Le schede progettuali approvate riguardano due interventi di biorisanamento, uno nella città di Bari ed uno nella città di Lecce, attraverso la piantumazione di essenze arboree e arbustive specifiche per l’abbattimento di inquinanti; una campagna di comunicazione riguardante l’incentivazione per la sostituzione delle vecchie stufe alimentate a biomasse ed un’ulteriore campagna di informazione sui comportamenti a minor impatto sulla qualità dell’aria; un intervento sperimentale circa l’utilizzo di pavimentazione fotocatalitica con rivestimento in biossido di titanio (TiO2), da realizzarsi in un’area urbana soggetta ad intenso traffico veicolare, con la finalità di valutare l’eventuale riduzione di inquinanti e quindi estendere ad altre aree urbane tale tipologia di rivestimento.

“Menzione particolare merita l’intervento di biorisanamento nel Comune di Bari perché riguarda il Parco nell’area ex- Fibronit, Sito di interesse Nazionale, luogo di morte e sofferenza che oggi sta diventando definitivamente luogo di vita – afferma l’assessora -. Questo è un ulteriore passo delle istituzioni e della società civile tutta nel lungo cammino iniziato a metà degli anni 90 e che ora sta vedendo il compimento della sua rinascita vicino alla conclusione. Abbiamo immaginato che in un’area fortemente assoggettata alle attività antropiche, un tempo schiava dell’egemonia del profitto sulla salute e sull’ambiente, fosse possibile portare l’idea che il biorisanamento, attraverso specifica attività di piantumazione, potesse diventare la nuova dolce frontiera di cura dell’aria che respiriamo.”