Durante il corrente anno scolastico, il Liceo Casardi, nella veste della sua dirigente scolastica Ardito Serafina ha aderito al progetto a carattere nazionale Lex – Go, indetto dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Associazione nazionale magistrati, volto ad educare alla legalità e ai valori della giustizia per promuovere il pieno sviluppo della persona e dei diritti di cittadinanza. Tale percorso formativo per docenti, alunne e alunni ha focalizzato i problemi che attengono il fenomeno dell’emigrazione
e quello delle dipendenze, nell’ambito dei diritti della persona ed è rientrato negli obiettivi dell’ educazione civica, dell’ educazione alla legalità e del benessere a scuola, fondamentali per la crescita armonica e consapevole delle ragazze e dei ragazzi, in più provati dalla pandemia del Covid-19. Al progetto hanno partecipato la prof. Cianci Anna Rosa come coordinatrice e le professoresse Dicuonzo Maria Lucia, Imbriola Francesca, Sorrentino Paola e Tupputi Chiara. Le classi partecipanti sono state la II B del liceo delle scienze umane e II, IV eV A del liceo musicale. Esse, mettendo a frutto quanto appreso, unitamente alle loro capacità creative,
hanno realizzato dei video pregevoli e istruttivi, attraverso i quali sono stati trattati distintamente i temi delle dipendenze e della migrazione.

Inoltre, hanno partecipato al concorso legato al progetto nella sezione – K.I.S.S. (Keep It Short and Simple). Lunedì 30 maggio, a conclusione del percorso formativo, il dott. Vincenzo Bafundi, magistrato della Procura della Repubblica di Foggia, presso il Liceo delle scienze umane, ha tenuto
un incontro significativo di sensibilizzazione e formazione con le classi sul tema delle dipendenze nei giovani e le conseguenze umane e giuridiche che ne derivano. Il relatore ha fatto luce su: le tossicodipendenze e l’alcolismo; la tipologia delle droghe e le preoccupanti ripercussioni
sulla salute e sul benessere psicofisico, come conseguenza della loro assunzione.

Il procuratore si è soffermato inoltre sul gravissimo fenomeno del sexting, molto diffuso negli ultimi anni anche tra i minori e ha spiegato non solo i rischi che ne minano l’adolescente, ma anche le conseguenze giuridiche che ne derivano. Generalmente il sexting avviene con lo scambio messaggi, audio, immagini o video, specialmente attraverso
smartphone o chat di social network, a sfondo sessuale, comprese immagini di nudi o seminudi. Nel momento in cui si perde il controllo delle immagini prodotte, la loro diffusione su web e social media non è più gestibile.

Non si parla più di sexting ma di “revenge porn”, quando le immagini vengono utilizzate a scopi vendicativi e con l’obiettivo di ledere la reputazione della persona ritratta. Inoltre, anche quando non c’è intenzione di danneggiare l’altra persona né di commettere un abuso online, non è escluso il pericolo che i comportamenti tipici del sexting tra un
minore e un maggiorenne possano configurare reati connessi con la pedopornografia. Secondo il nostro ordinamento giuridico il materiale scambiato in forma di sexting si declina come pedopornografico, quando se ne perde il controllo, anche ingenuamente. Il dott. Bafundi ha anche sottolineato l’importanza di chiedere aiuto quando si cade in queste
trappole e di non sottovalutare mai le manifestazioni di difficoltà dei loro amici coetanei; di agire nel rispetto di se stessi e del prossimo, occasione per fare la differenza in meglio. Le studentesse e gli studenti hanno apprezzato tantissimo la preziosa opportunità di fare scuola in modo
diverso offerta dal dott. Bafundi e sono intervenuti in questo dialogo educativo.