Pasquale Di Benedetto nasce a Barletta il 18 settembre 1920 da Domenico e Antonia Laforgia, presso Vico San Nicola, 4. Svolge la professione di bracciante agricolo ed è arruolato nel 47º Reggimento addestramento volontari “Ferrara” e inviato assieme al suo reggimento in Jugoslavia,  nella regione del Montenegro, con compiti di presidio e controguerriglia. Il Reggimento viene sciolto l’8 settembre 1943 a seguito degli eventi che determinarono l’armistizio.

Partigiani garibaldini in Jugoslavia

L’armistizio e la scelta di combattere il nazismo

Dopo l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, gli alleati nazisti diventano nemici, e passano per le armi o inviano nei campi di lavoro tutti quei militari italiani che non vogliono aderire al nazismo e alla Repubblica fascista di Salò. L’armistizio lascia allo sbando l’Esercito, la Marina e l’Aviazione italiana e senza ordini da parte del  Comando Supremo Italiano. Anche la divisione “Venezia” nella zona di Podgorica, comandata dal generale Oxilia ,  la Divisione alpina “Taurinense”, comandata dal generale Vivalda e il Gruppo artiglieria alpina “Aosta”, comandato dal generale Ravnich,  scelgono di non aderire al nazismo e Salò, suscitando il consenso della maggioranza degli ufficiali e dei soldati di truppa delle rispettive unità.

Dall’unione di queste Divisioni e di tutti gli altri soldati  sbandati appartenenti alle disciolte Divisioni e reggimenti presenti in Jugoslavia, viene  costituita la Divisione partigiana italiana “Garibaldi”, per un totale  di almeno 22.000 soldati, che vanno ad affiancare i partigiani jugoslavi contro i nazisti nel territorio jugoslavo. Anche Pasquale Di Benedetto – una volta disciolto il suo Reggimento –  sceglie di entrare a far parte della Divisione Garibaldi.

Monumento alla Divisione Garibaldi in Montenegro

La Divisione Garibaldi, la più agguerrita formazione partigiana

Il generale Giovanni Battista Oxilia, comandante della Divisione di fanteria “Venezia”, firma a Berane, in Montenegro,  un documento con il quale dichiarava che i suoi 22.000 uomini, “al completo, con tutte le armi, equipaggiamenti, vettovagliamenti e magazzini di cui dispone” sarebbe restato nel territorio jugoslavo a combattere i nazisti al fianco dei partigiani, coordinando  le azioni militari con il comando del  Korpus dell’Esercito popolare di  liberazione della Jugoslavia (EPLJ),  conducendo azioni di guerra contro i nazisti.

I comandanti che si alternano al comando della Divisione sono il generale Oxilia, il generale Vivalda e il generale Ravnich.  La Divisione italiana partigiana “Garibaldi”, non fu una “formazione” comunista,  per aver scelto di combattere inquadrata nell’esercito jugoslavo, con i propri simboli e distintivi dell’Esercito Italiano.

Per adattarsi al particolare tipo di combattimenti, la Divisione Garibaldi costituisce delle Brigate, lo stesso  Pasquale Di Benedetto milita in una di queste brigate, affrontando aspre battaglie sulle montagne del Montenegro e nei boschi della Bosnia, nei comprensori dei fiumi Piva, Tara, Drina, da Pljevlja ad Andrijevica,da Kolašin a Gacko, fino a Dubrovnik . In una di queste battaglie nei territori della Bosnia, Pasquale Di Benedetto è disperso in combattimento, il 17 ottobre 1944, all’età di 22 anni.

La forza della Divisione Garibaldi in Jugoslavia

Per gli uomini della Garibaldi la guerra termina l’8 marzo 1945, dopo  18 mesi di guerriglia in condizioni estreme, senza mai arrendersi , i cui superstiti, a conflitto finito, riescono a tornare in Italia, imbarcandosi a Dubrovnik . L’epilogo è questo: su 22.000 soldati e ufficiali, i rimpatriati furono 3.800, tutti armati, i caduti accertati  sono 3.900, dispersi circa 7.200, per un totale di circa 11.000 militari caduti, il 50% degli effettivi. I rimpatriati precedentemente all’8 marzo 1945 per ferite o malattie furono 2.500, i rimpatriati dai campi di prigionia furono 4.600. Le 2.166 decorazioni al Valore Militare concesse furono le seguenti: ai Reparti andarono  8 medaglie d’oro, 1 d’argento, 1 di bronzo , ai singoli combattenti:  8 medaglie d’oro, 87 d’argento, 350 di bronzo, 713 Croci di guerra al Valor Militare. Gli iugoslavi hanno decorato la Iª, la IIª e la IIIª Brigata della Divisione Garibaldi con l’Ordine per i Meriti verso il popolo, con la Stella d’oro e con l’Ordine della Fratellanza e Unità con corona d’oro. La Garibaldi ha ottenuto anche due encomi solenni del comando supremo jugoslavo.

La memoria viva dei garibaldini in Montenegro

La memoria dei partigiani garibaldini è viva, anche grazie al monumento, inaugurato in Montenegro, a Pljevlja nel 1983. All’inaugurazione del monumento parteciparono migliaia di cittadini, le autorità dello Stato jugoslavo, alcune decine di reduci garibaldini provenienti appositamente dall’Italia. In rappresentanza dello Stato italiano, intervenne il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Se Pasquale Di Benedetto fosse sopravvissuto, ne sarebbe stato orgoglioso.

Si ringrazia il prof. Roberto Tarantino, presidente onorario del Comitato Provinciale Anpi Bat “A. Mascherini e F. Gammarota”.

A seguire, pubblichiamo gli elenchi dei partigiani e soldati barlettani caduti e dispersi durante la guerra di liberazione.

militari e partigiani barlettani PDF

A cura di Tommaso Francavilla