Entusiasmo e festa. Sono state queste due piacevoli componenti a caratterizzare il tanto atteso ritorno del Barletta 1922 nello stadio ”Cosimo Puttilli”, concretizzatosi nella giornata di ieri, 11 settembre, contro il Molfetta.

Dopo 7 anni e mezzo di grotteschi rinvii, pesanti promesse non mantenute e una lenta ed estenuante burocrazia, gli sportivi barlettani hanno potuto finalmente tornare a gremire gli spalti del principale impianto cittadino, seppur penalizzato dall’inagibilità della gradinata (per assenza di tornelli ndr). Barletta ha risposto presente, con un coinvolgimento salito di giorno in giorno dopo l’ufficialità dell’agibilità concessa all’impianto e con una caccia al biglietto esaurita dopo poche ore. Dalle ore 15, dato insolito per le abitudini barlettane, si sono segnalati i primi raduni nei pressi dello stadio, cui hanno seguito le prime file nei due settori destinati agli spettatori biancorossi, la Curva Nord e la Tribuna. Nonostante l’enorme concentrazione di tifosi, la situazione è stata gestita con pochissimi intoppi: una ”muraglia umana” ha spinto i propri beniamini sin dall’ingresso in campo per il riscaldamento fisico.

A colpire, inoltre, è stata la forte presenza di famiglie, bambini e anziani. Alcuni di loro, probabilmente, non erano ancora riusciti a mettere piede nel ”Puttilli”, altri invece ci ritornavano dopo aver visto, qualche decennio fa, le gesta di Scarnecchia, Chierico, Beccalossi, Magnocavallo e tanti altri. E’ ”Gente di mare” di Raf e Umberto Tozzi a ”salutare” ufficialmente il Barletta ad inizio gara, con sciarpata da brividi e un canto all’unisono di tutti i presenti. E allora, nel momento in cui ci sono lacrime di commozione, abbracci che tanto sono mancati in epoca pandemia, bambini che incitano i propri beniamini, possono passare, almeno per 90 minuti, in secondo piano tutte le situazioni negative, tante purtroppo, che hanno coinvolto l’impianto di via Vittorio Veneto. Possono passare anche i toni trionfalistici di larga parte della classe dirigente barlettana, non tutta, responsabile di quella che è stata, per anni, un’autentica ”barzelletta”.

Tralasciando queste componenti, sul rettangolo di gioco è poi arrivata la ciliegina sulla torta, meritata per quanto visto tra i ventidue che si sono affrontati e per la calorosa e incessante spinta della tifoseria organizzata e dei semplici appassionati. Un rigore di Loiodice, a poco più di dieci minuti dalla fine del match, ha ”battezzato” nel migliore dei modi quello che deve essere un ”ritorno al futuro”. ”Chi ben comincia è a metà dell’opera”: il detto deve valere anche per il ”Puttilli”. E dunque si riparta subito per aprire anche la gradinata, ieri vuota in favore di telecamere, si riparta per apportare migliorie a tutte le strutture sportive presenti. Lo meritano le società sportive, una tifoseria di tutto rispetto, una città intera.

A cura di Giacomo Colaprice