È 1,8 milioni di volte più piccola ma è comunque lei: la Terra, la nostra “Gaia”, adattamento del nome della omonima dea, racchiusa in una stanza nei sotterranei del Castello Svevo di Barletta.

L’installazione, opera dell’artista britannico Luke Jerram – che aveva già varcato qualche anno fa la soglia barlettana con la sua opera progenitrice Museum of the Moon –, è stata realizzata con l’intervento della Videodrome di Barletta e patrocinata dall’amministrazione comunale. Fa parte del progetto Opera Omnia e sarà disallestita il 16 aprile.

Entrando nella stanza che cela questa riproduzione in miniatura del mondo (di 7 metri di diametro e corrispondente a 18 km della superficie reale del pianeta, curata nel minimo dettaglio grazie alle immagini fornite dall’ente statunitense Visible Earth NASA) si prova un amalgama di sensazioni antitetiche.

Se da una parte avere il nostro pianeta a pochi metri infonde un senso di potenza ineludibile, dall’altro si resta scossi, forse anche attoniti: il mondo fagocitato in una stanza, imprigionato in spazi sproporzionati, probabilmente come l’umanità sta facendo davvero, vituperandolo continuamente.

Proprio da questo è stata probabilmente motivata la scelta di coinvolgere scuole e piccoli studenti nella visita, per favorire e stimolare consapevolezza attraverso un approccio che unisse curiosità e pedagogia.

Intelligentemente l’esposizione è infatti preceduta da una serie di pannelli siti all’ingresso, in cui sono spiegate con termini comprensibili a tutti la nascita e l’evoluzione della Terra. Dopo pochi giorni si può già asserire che sia un successo, in quanto sono già moltissimi gli utenti che hanno postato le prime foto e i primi video con la “grande miniatura”.

Una installazione che è stata davvero in grado di racchiudere il mondo in un modico spazio ma la cui potenza visiva e significativa è dirompente e trabocca oltre ogni confine.

 

A cura di Carol Serafino