Un libro avvincente, per incontrare soprattutto se stessi tra le strade e le spiagge di Barletta e Margherita di Savoia, parlando di storia, di sale, di romanzi, di viaggi e tant’altro.
Il volume si presta a più piani di lettura. Protagonisti sono Ernesto e Maria, una coppia che conosciamo attraverso vicende quotidiane e nel confronto tra di loro sul tema della scrittura.

La narrazione procede dalla descrizione del territorio vicino a racconti su terre lontane, dalla Russia alla Bolivia, nell’alternanza delle due dimensioni. La città ritorna attraverso un bisogno di raccontarsi, nel quale l’autobiografia si fa storia e la scrittura ricuce frammenti disordinati o dimenticati della vita e del paese com’era. È un romanzo sulla città quello che scrive Ernesto perché i romanzi sanno rendere mitico e simbolico un luogo fissandolo nel cuore dei lettori laddove non arriverebbe un libro di storia.

Il capitolo Deflagrazione storica rappresenta un’avvincente visione dissacrante, mentre le successive due favole per i nipoti segnano la riconciliazione dell’autore con il mondo degli affetti e della tradizione. La narrazione si conclude con la passeggiata di Ernesto e Maria sulla riva del mare sino al fiume Ofanto; il fiume come elemento simbolico di separazione tra mondi diversi, al di qua e al di là del quale c’è la realtà e la nostalgia, la quotidianità e la fantasia, quello che è stato e quello che avrebbe potuto essere.

Ruggiero Mascolo, nato a Barletta il 01 maggio 1945, si è laureato in lettere a Padova. Nel 1970 ha sposato Rita Ceci, è padre di due figli e nonno di altrettanti nipoti.
E’ stato insegnante di lettere, poi direttore della Biblioteca, del Museo-Pinacoteca e del Castello di Barletta. Già a 25 anni aveva un ruolo di primo piano nella politica locale, militante del PSIUP e poi consigliere e assessore comunale per il P.C.I. Abbandonò presto la politica militante per riversare il suo impegno nel lavoro e in tante iniziative di impegno civile. Risiede a Margherita di Savoia. Coltiva la passione per la lingua e la letteratura russa, pubblicando in siti internet (www.amoit.ru). Ha praticato la corsa di fondo e lunghi trekking in Spagna, in Portogallo, in Francia e in Italia. Ama viaggiare, soprattutto in America latina e in Russia (la Transiberiana). E’ stato presidente dell’AUSER di Barletta e dell’Università della Terza Età di Margherita di Savoia.

Ha dato un importante contributo al miglioramento del servizio bibliotecario, con lui è avvenuto il trasferimento della Biblioteca e del Museo nel castello di cui ha seguito, in appoggio all’architetto Grisotti, le fasi del restauro e dell’allestimento degli spazi per attività culturali; ha arricchito la collezione De Nittis curando la donazione del quadro Donna in giardino, l’unico acquisito gratuitamente dopo la donazione del 1913. Pur non risiedendo da tempo a Barletta, ha testimoniato questa città attraverso pubblicazioni di carattere storico e facendo di Barletta la protagonista metaforica di sue poesie e romanzi, da Quasi una metafora a Una storia svelata, al romanzo che presentiamo oggi: Al di qua e al di là dell’Ofanto.

Principali pubblicazioni:
Barletta per chi sta e per chi viene, Bari, Tip. del sud, 1976;
Barletta leggere la città, Liverini, 1986;
Quasi una metafora, Schena, 1987;
Il dialetto di Barletta, Rotas, 1992;
Carlo Cafiero, Rotas, 1992;
La collezione De Nittis del Museo civico di Barletta, Allemandi, 1992;
Anna Cassandro, Rotas, 1994;
Margherita allo specchio: la memoria, i ricordi, la nostalgia, Rotas, 1997;
Barletta nei libri, Città di Barletta, 2001;
Teodoro Giannone, Antifascismo e impegno politico, a Barletta Città di Barletta, 2004;
Barletta nella letteratura italiana, Rotas, 2012;
Una storia svelata, Rotas, 2016;
Dieci anni dell’Unitre di Margherita di Savoia, Unitre, 2018;
Teodoro Giannone, un maestro dimenticato. In: Baruli res, Cafagna, 2018.
Cultura e storia a Barletta tra Ottocento e Novecento. In: Materiali per la storia di Barletta tra Otto e Novecento, Edipuglia, 2019.
Interventi su riviste e giornali.