Iniziare intonando “Bella ciao”, come inno di una memoria identitaria, inno per il ricordo di chi ha costruito la democrazia e la libertà in Italia, insomma inno del 25 aprile, Festa nazionale della Liberazione dal nazi-fascismo, di cui tra pochi giorni celebreremo il 78° anniversario. Così, ieri sera presso la sede di via Milano del Partito Democratico di Barletta, è iniziata la serata dedicata al contributo che la città diede alla Resistenza; è stata questa l’occasione anche per presentare il libro “Deportati, internati militari, partigiani e vittime della vendetta tedesca della provincia di Barletta-Andria-Trani” di Roberto Tarantino, già presidente onorario dell’ANPI-Barletta.

Un incontro significativo, come ha rimarcato anche il prof. Tarantino: «Mi piacerebbe che questa iniziativa del Partito Democratico fosse il primo passo per una lunga strada da fare insieme, per tornare ad essere più forti, cercando di essere uniti e superando le differenze per ribadire e ritrovare le nostre radici che affondano nei valori della Resistenza e dell’Antifascismo», infatti la numerosa presenza era di volti noti della tradizione progressista barlettana, che da tempo non si incontravano sotto uno stesso tetto, che tra l’altro era quello del PD barlettano. Un incontro seguito anche dal sindaco Mino Cannito, tornato ancora una volta a rimarcare le sue basi antifasciste e l’impegno del Comune di Barletta nel dare spazio a questo importante lavoro di memoria, che vada sempre a rinsaldare i valori della democrazia e libertà, che non possono dirsi mai ovvi, per cui bisogna costantemente continuare a battersi. L’incontro è stato preceduto dai saluti dei segretari cittadini di Sinistra Italiana, Annamaria Cafiero, di ItaliaViva, Gennaro Rociola, e dell’ex assessore, figlio del partigiano “Brancaleone”, Giuseppe Gammarota.

A introdurre l’intervento di Tarantino sono intervenuti la vice segretaria del PD di Barletta, Brunella Damato, e per la segreteria provinciale della CGIL-BAT, Domenico Spera. L’intera serata è stata moderata e introdotta dal segretario cittadino del PD di Barletta, Cosimo Bruno.

Le interessanti parole del professor Tarantino hanno incantato la platea presente, accompagnate da diverse immagini che ben descrivevano la situazione nazionale di quel periodo, e in particolare dei convulsi giorni che hanno seguito l’Armistizio dell’otto settembre. Non si può non ricordare che Barletta fu teatro del primo atto di rappresaglia nazista pochi giorni dopo, proprio il 12 settembre 1943, crivellando dieci vigili urbani e due netturbini sul muro del Palazzo delle Poste in Piazza Caduti, che ancora oggi riporta quelle incancellabili cicatrici. Per questo e per l’enorme impegno dei militari al comando del col. Francesco Grasso, nonno dello stesso Roberto Tarantino, la città ha ottenuto ben due medaglie d’oro al valore civile e militare. Tanti i nomi dei barlettani internati nei campi di prigionia in quei giorni, tanti barlettani aderirono fin da subito alle iniziative dei partigiani anche in nord Italia.

Quella analizzata da Tarantino è una storia spesso tralasciata dai libri di scuola, che affonda principalmente sullo studio delle fonti, principio cardine di una ricerca storica concreta e reale. Le semplici ricostruzioni possono essere fuorviate da un’ideologia o da un pensiero, in buona o in cattiva fede; solo le fonti possono dare risposte certe. Naturalmente non è mancato il riferimento alle recenti, discutibili, parole della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Si auspica di ritrovare il senso più profondo dei valori di cui la Resistenza è custode e interprete per tutti gli italiani. La democrazia non deve avere colore politico, e l’antifascismo deve essere il faro per qualunque formazione politica: per questo festeggiare il 25 aprile non deve essere considerato l’emblema di qualcuno, snobbato da altri, ma sia festa di tutti.