Una grande passione per la scrittura e la poesia che accompagna l’intera esistenza. Una vita, fatta di gioie e dolori, ma vissuta sempre attraverso la poesia come valvola di sfogo e compagna costante. Sono questi gli ingredienti che hanno dato luce al libro di poesie “PAN. Racconto di una vita”, scritto da Monica Tommasicchio ed edito “Fos Edizioni”. A presentare questo “libello”, così come lo definisce l’autrice, è stata Mariagrazia Vitobello, presidente del centro studi “Barletta in Rosa A.P.S.”, associazione organizzatrice. L’evento prende vita -nella giornata di mercoledì 15 novembre- in una cornica insolita, ma nello stesso tempo molto stimolante: il negozio “La Maison des Amies”, definito dalla Tommasicchio stessa come un «un luogo da “piccole donne”, forse veramente adatto alle mie poesie». Docente di lettere presso il Liceo Artistico “Federico Il stupor mundi” di Corato, in provincia di Bari, Monica Tommasicchio ha conseguito nel 1994 la laurea in lettere classiche, indirizzo storico-archeologico, presso l’università degli Studi di Bari. Dopo aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento del latino e greco, ha frequentato anche il corso di specializzazione SSIS per il sostegno psicopedagogico agli alunni diversamente abili. Ama definirsi innamorata delle proprie figlie, dei classici greci e latini, del teatro, della musica lirica e classica, della lettura, della filosofia, della splendida varietà della natura e, ovviamente, della poesia.

Ed è proprio la disabilità che segna particolarmente la vita e l’infanzia della scrittrice-professoressa, che trova sempre nella poesia un locus amoenus in cui depositare le difficoltà, come anche i momenti belli del suo percorso. Così le poesie del libro -lette durante la serata dalla voce narrante di Francesca Caputo- hanno lasciato ai partecipanti dell’evento una vivida immagine di tutto il vissuto di Monica. La disabilità durante la fanciullezza, il continuo sostegno e poi la perdita della sua cara nonna, il papà, anche lui docente, dalla quale l’autrice ha tratto la passione per l’insegnamento, le delusioni relazionali, la fine di un amore ed il grande affetto per le sue bambine, sono solo alcuni dei tasselli percorsi dai suoi versi. Una poesia come «nutrimento per il cuore, spiega la Tommasicchio, che forse in quest’epoca sta però perdendo valore». La professoressa non nasconde infatti un certo dispiacere per la perdita di quella bellezza, nella musica come anche nella scrittura attuale, che caratterizza invece gli autori e compositori del passato.

Un incontro che emoziona, probabilmente anche grazie alla dolce musica in sottofondo e all’atmosfera già natalizia dell’evento, tutti i presenti che, indistintamente, riescono a calarsi subito nelle parole delle pagine di Monica Tommasicchio.                                     Quel “PAN”, contenuto nel titolo, è un aggettivo greco che significa “tutto, interamente”. «Giungiamo da un tutto indistinto, viviamo in un tutto travolgente, e finiremo in un tutto sorprendente», asserisce ancora l’autrice. Ecco i motivi del titolo dato alla raccolta di versi, a volte misteriosi, criptici, altre eloquenti sul dolore dell’esistenza.

«La poesia è “Pan” e chi tenta di crearla con la sensibilità del suo cuore, è fortunato», conclude Monica Tommasicchio.

A cura di Francesca Caputo