Parole che colpiscono, parole che curano. Feriscono, imprimono cicatrici sulla memoria. Parole che scaldano, che arrivano per confortarci come balsamo sul cuore.

Quando elenchiamo gli ingredienti per una vita serena, oltre all’amore, ai soldi e alla felicità, ricordiamo di aggiungere anche le parole chiare.

Parole chiare è la nuova rubrica dedicata ai lettori di News24.city, al via il 27 novembre. Ogni lunedì mattina analizzeremo l’etimologia di una parola, ossia la sua origine e il cammino che ha percorso per giungere a noi con quel significato.

Ci concederemo qualche minuto per riflettere sulle parole che usiamo, talvolta pronunciate senza prima averle pensate e pesate, e su come riescono a definire la realtà. Mi piacerebbe, però, partire da una pensiero: ovvero su quanto sia ancora utile una scienza che sembra perdersi nel labirinto della storia per consegnarci la radiografia di una parola di cui conosciamo – o crediamo di conoscere – già il suo significato. Ecco, più che parlare di utilità dell’etimologia credo che sia più corretto parlare di urgenza. Ora che le parole le digitiamo velocemente e un correttore automatico anticipa i nostri pensieri, probabilmente è arrivato il momento di soffermarci sui termini che scegliamo per dire la realtà.
Indagare la storia delle parole vuol dire indagare noi stessi, i nostri padri e le nostre madri, e quando finalmente scopriamo l’intimo significato di un nome, questo ci appare chiaro, luminoso come un faro. Approdo sicuro nella notte oscura doveva essere l’isolotto di Pharos situato dinanzi ad Alessandria d’Egitto, dove fu costruita una delle sette meraviglie del mondo antico, e dal cui nome deriva, appunto, il faro così come lo intendiamo noi. Costruito nel III secolo a.C., adoperava un acuto sistema per far luce: un sistema di specchi posti in cima alla struttura riflettevano il fuoco situato alla base. Probabilmente sono leggenda i racconti della gente di mare dell’epoca che riportavano di aver scorto la sua luce a centinaia di chilometri di distanza, ciò che è certo è che doveva essere una salvezza per chi fino ad allora aveva navigato a vista, sperando di non infrangersi contro gli scogli. Che siano da faro le parole, luce nella notte per guidarci al riparo.

Chi è Chiara Fiorella:
Chiara Fiorella, insegnante e copywriter, è laureata in Filologia moderna all’Università degli studi di Bari, Aldo Moro. Docente di Lettere presso la Scuola Superiore II grado.