Il Barletta perde e scatta il silenzio stampa. Un film già visto nel corso di questa stagione e ripetuto a due mesi di distanza dalla sconfitta di Matino sul campo del Nardò. Questa volta a determinare la decisione della società di cucire le bocche e non presentarsi davanti a microfoni e telecamere è stato lo 0-2 inflitto al Puttilli da una Team Altamura apparsa superiore sul piano tecnico e allestita per lottare per il vertice, corsa alla quale Marsili e compagni – oggi distanti 10 punti dal primo posto – sembrano al momento non essere in grado di partecipare. La sconfitta contro Loiodice, a segno e applaudito dalla sua ex tifoseria, e compagni, la seconda di fila dopo il derby di Andria, ha portato a sei le reti incassate negli ultimi 180 minuti, e inflitto alla piazza una consapevolezza: questo Barletta, così come è stato allestito, al momento non può ambire alla promozione diretta. Una sensazione che si era fatta largo tra gli addetti ai lavori e i tifosi sin dalle prime battute di campionato e che aveva perso consistenza – complice anche un calendario con tanti incroci con formazioni nella parte destra della classifica – grazie al filotto di sette risultati utili di fila che aveva proiettato la squadra fino al quinto posto. Una volta incrociati avversari di livello, però, le lacune di un organico extralarge solo nelle dimensioni (poco meno di 30 i tesserati, una cifra approssimativa visto che un paio di rescissioni annunciate negli scorsi giorni hanno riguardato calciatori che non erano stati nemmeno ufficializzati in estate e considerato che alcuni volti presenti nelle prime uscite stagionali come Evangelista e Glorioso sono scomparsi dai radar) ma non nella qualità sono emerse con prepotenza. Di pari passo con i fischi che hanno salutato l’uscita dal campo della squadra e dei vertici societari domenica scorsa.
Le ore di riflessione e silenzio successive alla sconfitta di domenica scorsa non hanno portato a scossoni in panchina ma di certo c’è che la posizione di Ciro Ginestra è meno solida rispetto a due settimane fa. Il calendario intanto non aspetta e nelle prossime tre partite il Barletta affronterà solo formazioni nella parte sinistra della classifica: Casarano e Fasano in trasferta, partite che Telesveva trasmetterà in diretta tv e social, intervallate dall’incrocio casalingo con il Martina. Duecentosettanta minuti che, uniti a un calciomercato dicembrino che vedrà le porte degli spogliatoi biancorossi aprirsi e chiudersi più volte, potrebbero risultare il vero ago della bilancia nella stagione 2023/24. Risultati positivi rilancerebbero la corsa ai piani alti, altri stop potrebbero invece avvicinare pericolosamente i biancorossi al gruppone in lotta per evitare i playout. Sullo sfondo resta un grande interrogativo, ancora irrisolto: qual è il vero obiettivo del Barletta quest’anno? Fare “meglio dell’anno scorso”, quando la squadra arrivò quarta, come annunciato in pompa magna a inizio stagione, o essere “mina vagante” del torneo, come da definizione dell’ex ds Gigi Pavarese che forse per primo aveva capito di aver allestito una squadra inadeguata alle ambizioni della piazza fino all’addio nell’anonimato di settembre? La società ha scelto il silenzio, in attesa di destinare agli oltre 3000 abbonati, in fermento allo stadio e sui social – numeri senza eguali in Serie D – adeguate spiegazioni. Arriveranno?