Continua il lento, ma che ha subito una decisa accelerata, declino della popolazione nel mezzogiorno d’Italia. Non fa differenza la Puglia e la BAT in particolare in cui si sono persi in dieci anni oltre 15mila residenti. Ma ad allarmare ancor di più sono i numeri della leva scolastica cioè i nuovi alunni che si iscrivono alle scuole di competenza: per le scuole primarie e secondarie di primo grado, per esempio, è un anno particolarmente drammatico in termini numerici.
Ma andiamo ai numeri nel dettaglio prima di analizzarne le cause: detto dei 15mila residenti persi nella BAT in dieci anni sul territorio sono diversi i contorni di una crisi importante a livello demografico se si considera che dal 2011 anno più o meno record di residenti sul territorio con Andria, per esempio, a superare i 100mila abitanti dopo il boom di inizi anni 2000. La città federiciana paga oltre 3mila residenti in meno con una popolazione che ora si attesta (dati istat 2024) a 96941. Quasi 2mila i residenti persi dal 2019 ad oggi. E proprio Andria paga lo scotto maggiore anche per quel che riguarda la leva scolastica: nel prossimo anno saranno “solo” 783 i bambini iscritti alla scuola primaria rispetto agli 892 in uscita. Esattamente dieci anni fa erano 1047 i bambini che si accingevano ad iniziare il percorso della scuola dell’obbligo. Un saldo negativo di quasi 300 bambini in dieci anni con tutto quello che ne consegue dal punto di vista storico e di futuro del territorio.
Numeri leggermente più contenuti per città come Barletta dove dal 2011 si sono persi circa 1800 residenti e dal 2019 poco più di un migliaio. Meno impattante la perdita a Trani dove dal record del 2011 si sono persi circa 900 residenti ma con una perdita inferiore agli altri negli ultimi anni. Simili i dati di Bisceglie e più o meno genericamente uguali i dati della leva scolastica.
I dati certificano una crisi senza eguali soprattutto per quel che riguarda la natalità: in Puglia si passa da 42647 nati vivi del 2000 a 25591 nel 2023. Oltre 17mila nati in meno e la BAT perde in 20 anni circa 2000 nascite se si considera che nel 2002 erano 4564 e nel 2023 sono 2647. Nel contempo c’è l’invecchiamento della popolazione, la scarsa attrattività per gli stranieri ed una forte emigrazione di giovani che poi non tornano più sul territorio natio. Un tema su cui riflettere e che è totalmente assente dall’agenda politica nazionale, regionale e territoriale. Politiche genitoriale quasi completamente assenti in un’epoca in cui la famiglia ha completamente cambiato i suoi connotati, scelte sempre meno lungimiranti su servizi e progetti, difficoltà economiche e si potrebbe continuare ancora. Ma il tema deve essere tra quelli da affrontare e deve essere al centro di un dibattito politico che spesso dimentica completamente alcuni problemi essenziali.