Un’agorà politica, in uno dei primi veri pomeriggi dell’estate di Barletta, per discutere di ambiente e riforma costituzionale; un incontro pubblico organizzato dagli attivisti barlettani del Movimento 5 Stelle, con il deputato, on. Davide Crippa. L’intervento del parlamentare pentastellato ha elencato dapprima le motivazioni per cui, secondo i 5 stelle, è necessario sostenere il NO per il referendum che si svolgerà a ottobre prossimo, per cui il premier Renzi ha posto una sorta di scelta riguardo il proprio futuro politico.

Il referendum costituzionale, come sappiamo, non prevede il raggiungimento del quorum (vince la scelta della maggioranza di coloro che si recano a votare). I pentastellati hanno formato un proprio comitato per il NO, che si affianca a molti altri; questo sostiene che tale referendum renderebbe più confuso e conflittuale le competenze tra Stato e Regioni, non riducendo i costi del Senato, eccetto che per un quinto di essi, chiedendosi, dunque, il perché non ridurre anche i deputati della Camera se il problema sono i costi. Questa nuova legge, superando solo in parte il bicameralismo, riunirebbe nelle mani del Governo un potere eccessivo, che presentandosi con la concomitanza della legge elettorale, cosiddetto Italicum, che garantisce un Parlamento composto in gran parte di nominati. Si tratterebbe, inoltre, di una riforma poco chiara e comprensibile, volta a confondere il cittadino e a confermare il potere nelle mani di pochi. L’onorevole si è anche soffermato sui temi riguardanti l’ambiente, con non pochi i riferimenti allo scorso referendum riguardante le trivellazioni, parlando d’innovative politiche energetiche e di un’Italia sempre indietro rispetto agli altri Paesi europei, anche per gli interessi di poche lobby contro la maggioranza dei cittadini. Per il Movimento il risparmio nei costi della politica si potrebbe anche attuare attraverso altre vie più dirette e già individuate. La parola chiave, ribadita anche durante questo incontro, è “partecipazione attiva dal basso”.

On. Crippa, dobbiamo votare NO al referendum costituzionale per bocciare la riforma Boschi o per bocciare il Governo e Renzi in particolare?

«Sono convinto che dobbiamo votare per bocciare la riforma, non dobbiamo scendere al livello del Partito Democratico che tenta di trasformare il quesito, spostando l’attenzione, dicendo «Se vince il no, io vado a casa». La Costituzione non può essere lasciata in mano a due persone: noi critichiamo il contenuto. Renzi e gli altri sono gli attori di un tentativo di modifica che deve essere ben conosciuto dagli italiani».