«Domani (oggi ndr) si terranno le “elezioni” provinciali nella BAT, le virgolette sono d’obbligo in quanto queste in realtà rappresentano una vera e propria truffa ai danni della democrazia e dei cittadini del nostro territorio.
Infatti siamo di fronte a delle “elezioni-farsa”, o meglio ad un’auto-proclamazione da parte del ceto politico che si auto-selezionerà e si auto-costituirà in Presidente e consiglieri provinciali della Bat, senza che a selezionarli siano i cittadini della provincia stessa. Insomma, la casta con la casta e per la casta». Così il consigliere comunale di Sinistra Unita si esprime in merito alle elezioni provinciali in programma quest’oggi.

«La legge Del Rio-prosegue Doronzo-diversamente da quello che si voleva far credere, non ha abolito le province, che hanno mantenuto le proprie competenze, ma ha abolito l’unico strumento di scelta democratica da parte dei cittadini: il voto.
Il prossimo Presidente della provincia e i prossimi consiglieri provinciali saranno infatti eletti dai consiglieri comunali dei 10 comuni della nostra provincia a cui sarà sottoposta un’unica lista frutto di un mega “inciucio” tra PD e centrodestra che porterà ad un esito già scritto: il sindaco di Andria, Giorgino, sarà presidente, i sindaci delle altre città saranno eletti consiglieri e “cambio della guardia” a metà mandato con il sindaco di Trani, Bottaro, che prenderà la guida dell’ente.
I cittadini, in buona sostanza, non avranno nessuna possibilità di indicare col proprio voto le persone che riterranno più idonee a ricoprire tali cariche, né tanto meno quella di giudicare positivamente o negativamente l’operato dell’amministrazione provinciale uscente.
Sarebbe evidente persino all’elettore più sprovveduto che quello a cui, di fatto, andiamo incontro è una grave e irragionevole limitazione della sovranità popolare, in evidente spregio di quanto sancito dall’art. 1 della nostra Costituzione.
In questo scenario preoccupante per la nostra democrazia, a cui si somma una riforma costituzionale che invece di abolire il Senato abolisce il diritto dei cittadini di votare i propri senatori, serve una risposta delle forze sane che cercano di rappresentare al meglio la volontà dei propri elettori. In un contesto sociale disperato, con la disoccupazione alle stelle, con i servizi pubblici ridotti all’osso, il Governo invece di creare posti di lavoro, invece di finanziare la scuola, l’università e la ricerca, invece di ripristinare i trasferimenti agli enti locali, si affanna a controllare la rabbia e la frustrazione popolare riducendo la democrazia e, quindi, il potere di giudizio nei confronti della politica.
Per queste ragioni, anche questa volta, rappresenterò il disagio della cittadinanza con un’azione di “disobbedienza istituzionale”: non parteciperò alle “elezioni” provinciali! Se i cittadini non possono scegliere, io non posso partecipare! Lascio la celebrazione di queste “elezioni-farsa” a chi si ricorda di loro solo quando c’è da elemosinare un voto.
Le istituzioni nel nostro paese necessitano di una lotta agli sprechi e alle inefficienze, invece con il governo Renzi e con i suoi fidi seguaci locali esse rischiano un impoverimento culturale e democratico senza precedenti. Le conseguenze sono note: oggi non voteremo i nostri consiglieri provinciali, domani, se dovesse passare la riforma costituzionale, non voteremo più i nostri senatori. Ecco perché sarà importante votare NO al Referendum costituzionale del 4 dicembre; ecco perché la protesta odierna, se sarà seguita da altri consiglieri comunali, servirà anche come segnale di opposizione alle politiche scellerate del governo centrale».