A cura di Tommaso Francavilla

La terza guerra di indipendenza italiana fu un conflitto risorgimentale, combattuto dal Regno d’Italia contro l’impero austriaco, dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. L’Italia trovò nella Prussia un alleato affidabile,  nel tentativo comune di eliminare l’influenza dell’Austria sulle rispettive nazioni.
La guerra inizia male: una parte dell’esercito italiano, comandata da Alfonso La Marmora, è sconfitta nella battaglia di Custoza. Nonostante le vittorie di Giuseppe Garibaldi (a cui si affiancò la Brigata Barletta) e la sua avanzata verso Trento, l’Italia fu sconfitta nuovamente nella battaglia navale di Lissa, a cui partecipò il marinaio barlettano Francesco Conteduca, decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare (leggi l’articolo cliccando qui). Altri giovani barlettani erano presenti a quella battaglia, tra cui Domenico Lobello e Francesco Dascanio.

La battaglia di Lissa
La battaglia di Lissa

Domenico Lobello nasce a Barletta nel 1838. Poco più che ventenne, si laurea in medicina presso l’Università di Napoli. Nel 1866, allo scoppio della terza guerra di indipendenza, si arruola volontario nella Regia Marina, inquadrato come ufficiale medico. Imbarcato sulla nave-cannoniera “Varese”, prende parte alla battaglia navale dell’isola croata di Lissa, possente baluardo austriaco. La “Varese”, in formazione con altre navi corazzate, bombarda i forti situati sull’isola, per indebolirli e favorire lo sbarco di truppe. Intanto, per permettere lo sbarco, fu ordinato alla nave corazzata “Formidabile” (sulla quale era imbarcato Francesco Conteduca-ndr) una incursione nel porto dell’isola, ma l’operazione fallisce, causando la ritirata della stessa nave.  Alle 7.50 del mattino del 20 luglio, sopraggiunge una squadra navale austroungarica, agli ordini del viceammiraglio Wilhelm von Tegetthoff: ha inizio la battaglia di Lissa, conclusasi con una drammatica sconfitta della flotta italiana.

Corazzata 'Varese'
La Corazzata ‘Varese’

Mentre la battaglia imperversa, il dott. Lobello resta sulla tolda della sua nave a soccorrere i feriti, assieme al personale medico. Dopo la guerra, tornato agli studi, ottiene il pareggiamento in anatomia descrittiva presso l’ateneo napoletano. Fu anche coadiutore nella cattedra di anatomia del prof. Antonelli. Quando Barletta è funestata dalle rispettive epidemie di colera del 1867 e 1886, il dott. Lobello accorre tra i primi soccorritori, organizzando apposite squadre di soccorso. Nella epidemia di colera del 1886 fu contagiato e rischiò la morte. Per queste azioni, il Ministero degli Interni gli conferì due Medaglie d’Argento e lo dichiarò “benemerito della salute pubblica”.

Francesco Dascanio
Francesco Dascanio

Nel 1912 il dott. Domenico Lobello lascia l’insegnamento presso la facoltà di medicina e il 15 luglio del 1913 si spegne a Napoli, a causa di un cancro. Due giorni dopo, la salma viene trasportata a Barletta, dove è celebrato il funerale, a cui partecipa anche la cittadinanza. Francesco Dascanio nasce a Barletta il 15 ottobre 1841. Nel 1866, all’età di 25 anni, imbarcato come marinaio di classe sulla piro-fregata “Principe Umberto”, prende parte alla battaglia navale di Lissa. Dopo la guerra torna alla marina mercantile, divenendo armatore e capitano di velieri della marineria di Barletta. Muore il 4 ottobre 1927.
La Brigata Barletta, costituita alla vigilia della Terza guerra di Indipendenza
La Brigata “Barletta” raccoglie l’eredità ideale del Battaglione “Lacerenza”. Negli anni dei moti risorgimentali, il patriota Raffaele Lacerenza parte da Barletta, al comando di un gruppo di volontari, unendosi ai mille di Garibaldi sbarcati in Sicilia (1860). I volontari, inquadrati in battaglione, assume il nome del patriota barlettano. Il battaglione, accorpato alla Prima Compagnia, comandata da Nino Bixio, si distingue nei combattimenti per eroicità e coraggio. In seguito, per l’amicizia che legò Raffaele Lacerenza e per la sua fattiva collaborazione alle imprese di Garibaldi, Barletta fu prescelta come sede di reclutamento di uomini per la terza guerra di indipendenza italiana del 1866. Per l’occasione fu costituita la “Brigata Barletta”, incorporata nel Regio Esercito.

Bandiera della Brigata Barletta
Bandiera della Brigata Barletta

In occasione della costituzione della Brigata, Domenico Garibaldi (soprannominato Menotti dal padre, in onore del noto patriota), giunse alla stazione ferroviaria di Barletta, accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini, presso il piazzale antistante, denominato piazza della Libertà. Dopo la cerimonia fu accompagnato dalla folla fino alla casa del cav. Vito Cafiero, che lo ospitò nel suo palazzo. In un solo giorno a Barletta arrivò una moltitudine di giovani volontari, tale da raggiungere il numero di 12.000 reclute, tanto che il sindaco Nicola Parilli fu costretto a trovare degli alloggi di fortuna. I volontari appartenevano a tutte le classi sociali, tra loro c’erano contadini, medici, avvocati, preti, studenti.
In quei giorni, furono costituiti il IX e il X Reggimento dei Volontari Garibaldini, che presero il nome di «Brigata Barletta», e la relativa bandiera fu confezionata per l’occasione. Il IX Reggimento, il 29 giugno, si diresse a Bergamo, per poi spostarsi il 7 luglio, con Giuseppe Garibaldi, a Rocca d’Anfo. Il X Reggimento partecipò con successo ai sanguinosi scontri e occupò importanti posizioni nemiche. Bezzecca fu presa e riconsegnata al suolo della Patria. La Brigata Barletta fu sciolta nel 1877 e ricostituita alla vigilia della prima guerra mondiale (1925-18).
Si ringrazia per la preziosa collaborazione Ruggiero Graziano, presidente della sezione ANMIG
(Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) e ANCR (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci).

Di seguito, pubblichiamo la lista dei soldati barlettani decorati nelle Seconda (1859-61) e Terza guerra di Indipendenza (1866)

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