A cura di Tommaso Francavilla

Francesco Conteduca nasce a Barletta il 13 ottobre 1844. Si arruola nella Regia Marina e, col grado di Cannoniere di II classe, combatte – all’età di 22 anni – nella battaglia di Lissa (18-20 luglio 1866), durante la Terza Guerra di Indipendenza, combattuta Regno d’Italia contro l’impero austriaco, dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866.

Francesco Conteduca nel 1925
Francesco Conteduca nel 1925

La battaglia navale di Lissa (18-20 luglio 1866)

Lissa è un’isola croata lunga 17 km, situata al largo di Spalato,  baluardo strategico e teatro di battaglie navali nel mare Adriatico. Nel 1866, l’isola era  sotto il dominio austro – ungarico. Alla vigilia della Terza Guerra di Indipendenza, la flotta italiana conta:  11 corazzate, 4 fregate in legno  ad elica, 3 corvette, di cui una portava il nome “Ettore Fieramosca”; 4 piroscafi, 4 cannoniere, navi accessorie, navi-esploratrici, navi-ospedale.

La flotta italiana si muove da Ancona, al comando dell’Ammiraglio Conte Carlo Pellion di Persano, per  tentare uno sbarco a Lissa e bilanciare la cocente sconfitta di Custoza (24 giugno). Il 18 luglio,  le corazzate italiane iniziano il bombardamento dei forti e delle batterie poste sull’isola, con scarso risultato. A questo punto, e’ necessaria una azione risolutiva: forzare il porto dell’isola,  per favorire l’approdo delle navi italiane,  ormeggiate al largo e tentare uno sbarco delle truppe italiane.  Per questa missione, viene scelta  la corvetta corazzata “Formidabile” (2600 tonnellate di stazza, 356 uomini di equipaggio), comandata dal capitano di fregata Simone Pecoret di Saint Bon.

All’alba del 19 luglio, la corazzata entra nel porto s. Giorgio di Lissa, viene individuata e bersagliata dal fuoco austriaco, riesce ad avvicinarsi a meno di 300 metri dalle batterie del forte austriaco. A bordo erano pronti: i cannonieri ai pezzi, i marinai ai posti di manovra, il resto dell’equipaggio alle batterie e il resto della truppa coi fucili carichi. La corazzata italiana inizia un fuoco di sbarramento micidiale. Dopo due ore di scontri, anche la nave italiana inizia a subire danni, e nonostante  i primi morti e feriti,  l’equipaggio continua a battersi e a rispondere al fuoco.

Il busto dedicato a Francesco Conteduca a Barletta
Il busto dedicato a Francesco Conteduca a Barletta

Francesco Conteduca continua a combattere con tutto l’equipaggio

I marinai e l’equipaggio continuano a combattere, tra questi, il cannoniere e puntatore Francesco Conteduca, il quale, fermo al suo pezzo di artiglieria, non smette di indirizzare colpi precisi e letali contro il forte austriaco. La battaglia continua, i morti i feriti aumentano; nel pomeriggio del 19 luglio, una granata nemica esplode accanto alla postazione di fuoco di Conteduca,  sfracellandogli  la mano sinistra. Lui resiste e continua a combattere, fermo al suo posto di cannoniere,  fino a quando, al mattino del 20 luglio, perde i sensi. Trasportato nell’infermeria  di bordo, riceve le prime cure. Intanto,  La corazzata italiana continua  la disperata battaglia fino a sera, ma con lo scafo gravemente danneggiato e il rischio di affondamento, il capitano Saint Bon ordina la ritirata. La nave italiana prende il largo per ricongiungersi con la flotta italiana e Francesco Conteduca viene trasferito su una nave-ospedale, dove subirà l’amputazione della mano sinistra.

Francesco Conteduca, prima Medaglia d’Oro di Barletta

Per questa azione valorosa, il 15 agosto 1867, Francesco Conteduca viene decorato con la Medaglia D’oro al Valor Militare, divenendo il primo decorato di guerra della città di Barletta e unico militare vivente e non graduato a ricevere una medaglia d’oro al valor militare, nella storia delle forze armate italiane. Per lui, la guerra è finita e può rientrare a Barletta, dove  gestisce una rivendita di tabacchi in via Manfredi  n.30, che lo Stato gli concede assieme ad un modesto assegno da invalido di guerra. In seguito, Francesco ottiene un posto di lavoro presso l’Arsenale di Taranto. Nel 1902, si stabilisce definitivamente a Roma,  dove morirà all’età di 86 anni, il 1 giugno del 1930, assistito dal figlio. Ai solenni funerali, partecipa Galeazzo Ciano, il rappresentante del comune di Barletta, preceduto dal gonfalone, autorità civili e militari e di largo stuolo di reduci di guerra. Qualche giorno dopo, Il feretro di Francesco Conteduca, è riportato a Barletta, dove viene organizzato un solenne corteo funebre, a cui partecipa anche Costanzo Ciano, padre di Galeazzo. Al termine del corteo funebre, Conteduca torna a Roma, dove riposa tuttora.

La casa natale di Francesco Conteduca
La casa natale di Francesco Conteduca

Il figlio di Francesco Conteduca, dona la medaglia d’oro e l’intero medagliere del padre al Comune di Barletta. Ad oggi, della medaglia d’oro e del medagliere, non si hanno più tracce.

Il Comune di Barletta ha intitolato a Francesco Conteduca l’omonima piazza e il 13 novembre 2016 l’Istituto Guardie Reali del Pantheon ha finanziato e apposto una lapide commemorativa presso la sua casa natale, in via s. Ruggiero, al civico n.3

Si ringrazia per la preziosa collaborazione Ruggiero Graziano, presidente della sezione ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) e ANCR (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci).

Di seguito, pubblichiamo la lista dei soldati barlettani decorati nelle Seconda (1859-61) e Terza guerra di Indipendenza (1866).

soldati barlettani decorati nella seconda e terza guerra di indipendenza