«Onestamente,  credo di non intendere cosa voglia dire – quasi immediata la replica di Michele Cianci del Comitato Aria Pulita alla risposta dell’azienda – il rappresentante della TIMAC, circa la strumentalizzazione politica da parte del nostro comitato. Probabilmente, ignora che il comitato Operazione Aria Pulita non intende fare politica partitica ma si occupa solo di politica ambientale ed è composto da cittadini di ogni idea partitica. Quindi stiano tranquilli che non abbiamo alcun interesse politico inteso in quello partitico se non quello della nostra salute. Nè, tantomeno, strumentalizzare chicchessia giacché, ictu oculi, appare esattamente il contrario. Voglio ricordare solo, semmai ce ne fosse bisogno, che effettivamente ad oggi non vi sono processi nei confronti della TIMAC, questo era riferibile alla Buzzi, bensì un importante procedimento penale, innanzi alla Procura di Trani che insiste con un sequestro, con facoltà d’uso, dell’intero impianto per cui, laddove non vi fosse un’autorizzazione ad hoc, a prescindere dalle precedenti consuetudini, non è possibile adibire il manufatto ad altri usi, se non consentiti dalla Magistratura, infatti, era questo il senso del mio intervento, più che altro era un consiglio per tutti.

Violare quel provvedimento di sequestro, confermato dal GIP prima e dal Tribunale del Riesame poi, rappresenterebbe un reato, oltre che una violazione etica anche in relazione all’enciclica “Laudato sii” di Papa Francesco (passo 194), certamente conosciuta dalla Curia. Insomma non appare idoneo, necessario ed utile portare l’Icona della Madonna dello Sterpeto in quel luogo, almeno come nostra opinione ( cosiddetto “inchino”). Se questa violazione vi è già stata nel mese di maggio e ad oggi non vi è stata alcuna denuncia ovvero non si è aperto alcun procedimento penale, non significa debba ripetersi nuovamente. L’incontro con la popolazione, il Sindaco e tutte le autorità locali può essere fatto anche altrove, in aziende come l’ipercoop, ad esempio, dove certamente, unitamente alle attività collaterali ivi esistenti, vi sono più dipendenti della TIMAC. Se poi l’azienda insalubre ha ottenuto le necessarie autorizzazioni  dalla Magistratura, nulla questio».