«Con la pubblicazione delle liste  abbiamo dato alla città un grande messaggio di rinnovamento della  politica. Nella nostra coalizione ci sono nuovi volti, ragazzi giovani che vogliono dare voce ad un nuovo corso da fare insieme per il rinnovamento. La nostra coalizione è unita da un’identità culturale e valoriale e questa cosa mi riempie di soddisfazione perché credo che per la politica barlettana sia necessario una visione comune di città, una progetto politico coerente che guardi al futuro». A scrivere è Dino Delvecchio, candidato sindaco del Pd alle Amministrative 2018 di Barletta. « Una visione che non trovo nella coalizione del candidato sindaco Mino Cannito in cui sono in corsa ben diciotto, tra consiglieri e assessori uscenti in questa ultima consigliatura. Un dato che balza all’occhio se confrontato con i soli quattro  della nostra coalizione di centrosinistra».

«Molti candidati – scrive Delvecchio – ora aderenti alla coalizione del dottor Cannito, erano, alle scorse amministrative, candidati in opposizione proprio a lui. Come dobbiamo intendere questo progetto? È evidente che siamo di fronte a due modelli culturali differenti : innovazione e conservazione.  Questa domanda diventa ancora più pressante pensando alla Barsa.  Guardando le liste, scopriamo oggi che un membro del collegio sindacale, il dottor Scimè, risulta candidato in questa competizione elettorale. Si tratta dello stesso collegio che ora si trova a dirigere pro-tempore la Barsa, dopo che l’avvocato Fruscio ha rinunciato alla proroga di amministratore.  A questa situazione poco chiara si aggiunge un’altra scoperta: il dottor Marco Bruno, che condivide lo studio commerciale con il dottor Lorenzo Chieppa, attuale Presidente del collegio sindacale Barsa, è candidato nella lista Cannito Sindaco.

L’interrogativo di Delvecchio è il seguente: «Da cittadino mi domando: è possibile che si verifichi un conflitto di interesse? Da politico mi chiedo: è possibile fare un passo indietro? Dimettersi dal collegio sindacale, organo per sua natura terzo e di garanzia?  Affinché la Barsa non diventi un mero strumento elettorale, ha necessità di  “smaltire” la politica. Per questo ritengo opportuno chiedere un incontro al Commissario Prefettizio per esporre le mie perplessità ed una verifica della compatibilità dei ruoli. Ci pare quanto mai opportuno verificare l’esistenza di un conflitto di interessi che comprometta la serenità e il leale confronto politico. Siamo convinti che trasparenza legalità e rispetto delle regole siano l’asse portante della campagna elettorale e il fondamento  nostro agire politico».