La scorsa sera nella piazza d’Armi del Castello di Barletta si è tenuta la proiezione di Amarcord, occasione che ha riunito i cittadini in un momento significativo che ha segnato l’apertura di Castello Cinema, un prezioso appuntamento che da trent’anni caratterizza le estati barlettane. La serata introdotta da una piccola presentazione a cura di Floriana Tolve, ha visto l’intervento del sindaco di Barletta, Mino Cannito, della dirigente del comune di Barletta, Santa Scommegna, di Angela Divincenzo, della cooperativa Sette Rue di Barletta, dell’Avis Barletta, che ha presentato il nuovo spot per la donazione, con Leonardo Santo, presidente della sezione donatori di Barletta e Giuseppe Dimiccoli e di Maria Filograsso che ha presentato Out of bounds, il festival dei cortometraggi a cura del gruppo Farfa, che si terrà prossimamente all’interno della programmazione di Castello Cinema 2018.

Una pellicola proiettata nella sua versione ristrutturata, un classico diretto da Federico Fellini, celebre a tal punto che l’espressione “Amarcord”, univerbazione della frase romagnola “A m’arcod”, “Io mi ricordo”, ha assunto un significato proprio, divenendo un neologismo della lingua italiana, con riferimento al ricordo nostalgico. La proiezione di questo capolavoro felliniano, ha sostituito quella del Gattopardo, esclusa per motivi tecnici.

L’occasione ha celebrato il ricordo non solo del cinema italiano ed internazionale, ma anche delle stesse attività di promozione culturale che da anni caratterizzano la città della Disfida, quest’anno, con la nuova amministrazione comunale, volta a sostenere sempre più iniziative del genere, di avvicinamento sociale e scambio intellettuale. La scelta della pellicola, non casuale, ha portato gli spettatori per poco più di due ore, in un viaggio appassionato nell’Italia degli anni ’30. Una Rimini quasi onirica, protagonista del suo tempo e indiscutibile partecipe delle vicende della cittadina, osserva e scruta chi la abita, accogliendo un’umanità eterogenea, stravagante, lussuriosa ma sostanzialmente comune, raccontata dall’abile occhio di Federico Fellini. Il regista, lì nato e cresciuto, è stato uno dei maggiori nella storia del cinema, un artigiano della pellicola ben 12 volte premio Oscar, tra cui quello per lo stesso Amarcord.