Celebre in tutto il mondo come la Città della Disfida, Barletta fu protagonista di una vicenda storica che coinvolse in uno scontro 13 cavalieri italiani e 13 cavalieri francesi. Un momento che pose in risalto il valore ed il coraggio degli italiani, più volte citato come esempio di virtù nelle documentazioni storiche.

Antefatto

L’origine dello scontro risale però a qualche anno prima. Il tutto parte l’11 novembre del 1500 quando Luigi XII di Francia e Ferdinando II d’Aragona decidono di firmare il Trattato di Granada, che prevedeva la spartizione in ugual misura del Regno di Napoli, governato da Federico I. Successivamente le truppe francesi e quelle spagnole giunsero in territorio napoletano da nord e da sud, tanto che Federico I fu costretto alla resa, con il suo regno diviso tra Francia e Aragona. Da qui sorsero già i primi disaccordi sull’interpretazione del trattato che non definiva chiaramente l’attribuzione della terra posta tra i due possedimenti dei regni.

Così nell’estate del 1502 si aprirono le ostilità tra i due eserciti con a capo Louis d’Armagnac e Consalvo da Cordova. Gli spagnoli erano inferiori numericamente rispetto ai francesi, pertanto acquisirono il supporto dei Colonna, tra le numerose battaglie che nacquero da questi fatti storici, vi fu appunto quella guidata da Ettore Fieramosca, passata alla storia con il nome di Disfida di Barletta.

I francesi giunti sino nel territorio di Canosa, furono impegnati in uno scontro con gli spagnoli, al termine del quale le truppe di Diego de Mendoza portarono a Barletta diversi soldati francesi tra i quali il soldato passato alla storia con il nome di Monsier Guy de la Motte.

Era il 15 gennaio del 1503 quando i prigionieri furono invitati ad un banchetto da Consalvo da Cordova, in una cantina barlettana, la nostra Cantina della Sfida. Nel corso dell’incontro la Motte derise il valore dei combattenti italiani, accusandoli di essere dei codardi. Così uno spagnolo difese invece il valore in battaglia degli italiani, sostenendo che quelli che aveva avuto sotto il suo comando erano pari ai francesi in quanto a valore.

La disputa

La decisione seguita a queste affermazioni fu che si risolvesse il tutto con uno scontro, nel quale si sfidarono 13 cavalieri per parte, in una piana tra Andria e Corato. Lo scontro fu deciso in ogni minimo dettaglio ed il premio per il vincitore sarebbe stato quello delle armi e dei cavalli degli sconfitti. Il riscatto degli sconfitti fu posto a cento ducati, con quattro giudici e due ostaggi per ciascuna parte.

Lo scontro

I Colonna chiamarono a raccolta i più forti combattenti del tempo, da porre sotto il comando di Ettore Fieramosca. Dopo il giuramento augurale e la messa nella Cattedrale di Barletta gli italiani si recarono sul luogo dello scontro.

Giunti per primi sul posto gli italiani furono seguiti dai francesi, le due formazioni si scontreranno inizialmente senza gravi danni per entrambe le parti. Armati di spade e scuri, tutti i francesi verranno infine catturati e feriti dagli italiani, che porteranno a casa una netta vittoria. Il valore degli italiani sarà celebrato con una messa nella Cattedrale della città.

Le opere storiche

Sono numerose le opere storiche basate sull’episodio della Disfida di Barletta, da un’epistola in latino “De pugna tredecim equitum”, per giungere sino al romanzo storico Ettore Fieramosca o La Disfida di Barletta scritto da Massimo d’Azeglio nel 1833. Dal romanzo verranno in seguito elaborati tre film.

Le celebrazioni

Non sono mancate contese sul nome e sul luogo effettivo dello scontro, resta però come dato stabile la città di Barletta che da sempre si dedica alle celebrazioni di questo valoroso evento storico il 13 febbraio di ogni anno e a settembre, con sontuose manifestazioni che richiamano in diverse aree del centro storico gli avvenimenti che caratterizzano la Disfida, con cortei rievocativi.