Sulla manutenzione del verde pubblico in città, sul suo patrimonio arboreo che consta di circa 13.000 alberi, non c’è ancora molta chiarezza da parte degli organi competenti. La potatura di queste piante è disciplinata dal Regolamento comunale per la tutela definizione del regolamento la valorizzazione del verde urbano pubblico e privato (approvato con delibera di Consiglio comunale n. 18 del 24/03/2017). Allora non ci spieghiamo perché quest’Amministrazione stia consentendo di procedere alla tanto discussa “capitozzatura” di diversi esemplari cittadini. La tecnica di potatura drastica determina l’eliminazione completa delle chiome, tagliando i rami anche principali in maniera netta. Questa tecnica è molto contestata da diversi anni a questa parte, tanto che negli ultimi anni se n’era abbandonato l’utilizzo in città. Si crede che questa tecnica possa ridurre i pericoli per la pianta stessa, in realtà provocherebbe danni maggiori nel medio termine e, dunque la pericolosità di rami che cadono potrebbe aumentare con il tempo.

A sottolineare tale inadatta tecnica di potatura, durante il Consiglio comunale del 1° aprile è intervenuto il consigliere Antonio Coriolano (M5S), chiarendo che la capitozzatura di fatto «anticipa la morte della pianta», chiedendo all’Amministrazione di avvalersi di figure di professionisti esperti del settore per determinare le tecniche migliori da utilizzare sul patrimonio verde della città, già di per sé insufficiente. Abbiamo già denunciato questa discrepanza rispetto al Regolamento comunale nel passato mese di dicembre per quanto riguarda gli alberi di piazza Federico II di Svevia. Oggi appaiono capitozzati alberi in molte altre strade della città. Ma la cosa ancor più strana, che meriterebbe una spiegazione tecnica da chi di dovere, è accaduta lungo il viale Ferdinando Cafiero (tra il fossato del Castello e l’area della Lega Navale): proprio qui hanno potato con la tecnica della “capitozzatura” solo pochi giorni fa, quindi anche fuori tempo vista la ormai sopraggiunta Primavera. “Albero correttamente piantato e adeguatamente coltivato, in assenza di patologie specifiche, non necessita di potature. La potatura è, quindi, un intervento straordinario da limitare a casi particolari” definendo i casi particolari come “eliminazione di rami secchi, lesionati o ammalati, difesa fitosanitaria, pubblica incolumità, rimozione di elementi di ostacolo alla circolazione stradale, interferenza con elettrodotti od altre reti tecnologiche preesistenti”. Questo si legge nel primo comma dell’art. 7 del suddetto Regolamento comunale. Quindi o ci sono seri pericoli che hanno colpito contemporaneamente tutti gli alberi della città, di cui sarebbe il caso di informare la cittadinanza, o si sta andando contro anni di letteratura scientifica contraria alla capitozzatura per insipienza o noncuranza?

Si deve, semmai, assicurare una manutenzione fissa delle piante, andando a tagliare i rami secchi che possono creare pericolo, e sfrondare le chiome, curare le piante quando necessario. Se i problemi riguardano invece l’illuminazione pubblica resa insufficiente per le chiome troppo ampie, allora si devono trovare altre soluzioni come già indicato in passato. Non è difficile trovare indicazioni contrarie a questa tecnica di potatura, tanto più che la Commissione consiliare Ambiente per partorire il Regolamento comunale all’epoca avrà sicuramente consultato esperti del settore. Quindi bisogna dirimere questi dubbi, rendendo i cittadini consapevoli di come viene trattato il patrimonio arboreo della città.